DICO LA MIA &nb…

DICO LA MIA  

Oggi dico la mia sulla

“Situazione economica in Italia e mi confronto con Marino57

7 punti   

9 commenti su “DICO LA MIA &nb…”

  1. Habbiamo notato tutti l’abbondante aumento dei prezzi in Italia, la quale viene descritta come “maglia nera” del caroprezzi.
    Rispetto agli altri paesi l’ Italia è risultata meno conveniente per fare la spesa.
    Il dato emerge dall’inchiesta guida di Altroconsumo che rivela come alcuni paesi come la Gran Bretagna, Spagna e Germania, prima più cari dell’Italia,ora sono più competitivi per acquistare un “paniere” di 346 prodotti.
    Per esempio, tre anni fa in Germania la spesa per il paniere era uguale a quella Italiana ora spende il 3.8% in meno dell’ Italia, il primato della convenienza in Europa, emerso dall’inchiesta dei prezzi del 2001.
    Per l’ associazione indipendente di consumatori le cause dell’aumento prezzi non sono dell’introduzione della moneta unica,che come ha mostrato l’indagine non ha prodotti simili effetti in Germania, ma per Altroconsumo la colpa è la mancanza di trasparenza nel mercato,la debolezza dei controlli fiscali sugli aumenti dei prezzi,insomma la politica di controllo e monitoraggio dei prezzi sia ,sia alla fase iniziale di passaggio alla nuova moneta sia successivamente.
    Voi cosa ne pensate?????
    Gloria

  2. Anche io dando un’occhiata ai giornali in questi ultimi mesi ho visto molti articoli dove si parlava dell’aumento dei prezzi in Italia e del fatto che molte famiglie, adesso, non riescano più a risparmiare grandi somme;in più sono aumentate le persone che si considerano quasi “povere”.
    Recentemente c’era enche un articolo su “Repubblica” dove i risultati di un’inchiesta dicevano che la maggior parte delle persone intervistate riteneva che i giovani avrebbero avuto una vita più difficile di quella dei loro genitori anche dal punto di vista finanziario.
    Riguardo a quello che diceva Gloria anch’io penso che, almeno in parte, la colpa dell’aumento dei prezzi sia della debolezza dei controlli fiscali su di essi.Elena90

  3. L’Italia, 7^ paese nel mondo sviluppato, è diventato un paese nel quale la maggioranza della popolazione vive peggio di prima.
    Con l’entrata dell’euro i prezzi sono aumentati e la gente, non essendo tanto consapevole del valore della moneta ora, spende di più senza saperlo.
    Ma, essendo rimasti uguali i salari dei lavoratori, le possibilità economiche sono diminuite cioè la gente non può più permettersi quello che poteva prima.
    In questi anni, perciò, la parte più a rischio è quella detta “ceto medio” cioè quella parte di gente che è sospesa sempre su un filo, che potrebbe trovarsi all’improvviso in quel terzo di popolazione sotto la soglia di povertà. Dico quel terzo perché oggi potremmo dividere l’Italia, dal punto di vista economico, in tre terzi: i supergarantiti, i poveri e, come già detto, il ceto medio.
    Anche le ultime vicende che hanno colpito grandi industrie italiane come Fiat, Parmalat e Cirio, hanno posto in una condizione di instabilità l’idea di sicurezza economica che era stabile da tanti anni.
    Come abbiamo potuto sentire in questi ultimi giorni dai telegiornali, anche vari edifici sanitari, non avendo fondi, hanno iniziato a non poter più garantire i servizi precedentemente dati.
    Anche l’istituzione scolastica sta andando in crisi per le riforme e per il sostegno economico dato alle scuole private.
    Tutte queste brutte notizie, che sono cadute come bombe sul nostro paese, hanno fatto si che l’insicurezza tra la gente crescesse, che la paura di andare incontro a sbagli colossali si estendesse.
    Alcune persone, per rimediare a questo, fuggono altre cercano di convincere il governo, con scioperi…, a prendere un’alta via.

    Ortlish

    Tratto da: http://www.liberazione.it

  4. utente anonimo

    anche noi guardando alcuni giornali abbiamo visto ovunque articoli sulla situazione economica italiana e abbiamo constatato che l’Italia stà passando un periodo di crisi escludendo alcuni casi eccezzionali.
    ciao by
    sbobba & ago

  5. Nel 2003 la congiuntura economica internazionale è stata condizionata dal clima di persistente incertezza, dovuto soprattutto all’acuirsi delle tensioni geopolitiche. In Italia, la crescita del PIL è risultata dello 0,4 per cento, in netta decelerazione rispetto all’anno precedente. Tale decelerazione è attribuibile sia a fattori esterni, quali la debolezza della domanda mondiale e l’apprezzamento dell’euro (che ha influito negativamente sulle esportazioni), sia a fattori interni, quali il calo di fiducia degli operatori. Il tasso di crescita dell’occupazione, nonostante il deterioramento del ciclo economico, risulta più favorevole rispetto alle previsioni effettuate nella RPP dello scorso settembre (1,2 per cento), passando dal 2,1 per cento del 2002 all’1,5 del 2003. Il tasso di disoccupazione si è ridotto di mezzo punto percentuale, scendendo dal 9,5 al 9,0 per cento. L’inflazione è diminuita rispetto al 2002, attestandosi al 2,5 per cento in media d’anno. I dati di consuntivo del 2003 riflettono l’impegno del Governo nel proseguire il processo di risanamento dei conti pubblici, nonostante il peggioramento della congiuntura economica. Grazie ai provvedimenti adottati nella seconda metà dell’anno al fine di correggere gli squilibri dovuti soprattutto al minore gettito fiscale, il disavanzo della Pubblica Amministrazione è risultato pari al 2,3 per cento del PIL, consentendo una riduzione di 0,3 punti percentuali rispetto a quello del 2002, rivisto al 2,6 per cento. Il rapporto tra il debito ed il PIL è sceso dal 109,5 al 106,7 per cento.
    Dall’analisi degli indicatori economici relativi alle aree meridionali nel 2003, tutti superiori a quelli del resto del Paese, risulta un incremento del PIL dello 0,8 per cento nel Mezzogiorno, superiore di 0,4 punti percentuali rispetto a quello medio del paese, e di 0,6 punti rispetto a quello del Centro-Nord.
    http://www.palazzochigi.it

  6. Spesso nei giornali leggiamo molti articoli sulla situazione economica dell’Italia e si può constatare che i prezzi stanno notevolmente aumentando, per l’associazione indipendente di consumatori la causa non è il cambiamento della moneta, ma per Altroconsumo la colpa è per la trasparenza del mercato.

  7. Il 2002 in Italia si è chiuso con un incremento del prodotto interno lordo bassissimo. La ricchezza del Paese, praticamente, è cresciuta di un soffio. A Berlusconi non piacciono le cifre e, invece di esaminare le ragioni del fallimento della politica economica del suo governo, decide che la colpa è dei criteri di determinazione del Pil e annuncia di volerli cambiare facendo così fare all’Italia l’ennesima figuraccia in Europa.
    Purtroppo è difficile rilanciare l’economia attraverso un “impulso statistico”. I dati sono altra cosa e la verità dei numeri è questa: il governo aveva annunciato prima una crescita del Pil nel 2002 del 3,2%, poi dell’1,3%, ritoccato allo 0,6% e invece, secondo tutti gli indicatori nazionali e internazionali, siamo allo 0,4%. By Seno014

  8. L’Italia pur essendo uno dei paesi più sviluppati al mondo sta attraversando un periodo di crisi perchè già con l’arrivo dell’euro i prezzi sono raddoppiati e chi riusciva a vivere nonostante non avesse degli stipendi altissimi ma con l’arrivo della nuova moneta tutto è raddoppiato tranne quello e quindi chi viveva con il giusto ora si trova svantaggiato ma tutti ora lo sono.In TV si sente spesso parlare dei prezzi di alcune merci che solo qui in Italia costano il doppio di tutto il resto dell’ Europa e certamente non è stato una cosa positiva per l’Italia.Ora si aggiungono anche i problemi che hanno colpito Parmalat e Cirio che hanno contribuito a fare cattiva pubblicità all’ Italia oltre aver danneggiato la sua economia by Micio90

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