I blog
I blog sono diari in rete, gruppi di discussione occasionali, che si muovono in modo casuale, senza un disegno, e si aggregano intorno a un sito. Per una-due settimane è quello il fulcro del dibattito, poi di colpo tutto si sgonfia e il centro si sposta altrove, migra in un altro sito.
Sono gruppi di discussione dove si formano le esperienze narrative dei giovani autori e si animano aspre polemiche contro i detentori della parola pubblica. Viene contestato il copyright e si invoca un nuovo scrittore collettivo: meno divo e più menestrello.
A farsi relegare tra le stranezze goliardiche ce l’avevano messa tutta. Beffe, leggende metropolitane, bufale, atteggiamenti dissacranti: sembrava l’ennesimo copione delle avanguardie, replicato tra cultura underground e web. E invece dietro la maschera giocosa, che inizialmente aveva assunto le sembianze di Luther Blissett, dal nome dello sfigatissimo centravanti del Milan nella stagione 1983-84, si è venuta raccogliendo una fronda letteraria, alla quale gli editori stanno guardando con crescente attenzione.
Di là dal cultural jamming, la guerra culturale in rete, che rappresenta lo sfondo entro cui prendono forma queste nuove esperienze, sta infatti delineandosi, più che una nuova letteratura in senso proprio, un nuovo atteggiamento etico e politico verso la dimensione letteraria. Meglio ancora: uno spazio libero, nel senso di spontaneo, anti istituzionale, nel quale discutere intorno ad alcuni temi della comunicazione letteraria.
I blog sono stati l’occasione per sperimentare un diverso tipo di scrittura. Non quella ipersorvegliata della parola stampata, ma una scrittura più libera perché più effimera, meno definitiva, più informale.
Cosa rappresentano oggi?
Sono diventati una componente significativa della società letteraria e varrebbe la pena studiarli da subito perché danno l’impressione di essere un fenomeno di lunga durata, che potrà solo svilupparsi. Per capire le dimensioni del fenomeno dei blog letterari basti dire che questi siti, tutti linkati fra loro, sono in grado di muovere tra i 50 e i 100 mila lettori: e si tratta in tutti i casi di forti lettori, la minoritaria e vezzeggiatissima categoria alla quale gli editori devono la loro sopravvivenza.
Bene Gingo, così sul nostro Blog discuteremo anche dei Blog
carla