nessun titolo

IL RICERCATORE

Brutto, nel suo commento al post “Il ricercatore: Consumo critico, scrive: “Il consumo “critico”, “etico” o responsabile è in realtà una accezione molto vasta che comprende il commercio Equo e Solidale, i marchi di garanzia eco e/o socialmente compatibili, i codici di condotta delle multinazionali, il risparmio etico, il risparmio energetico, il non consumo… Un consumo sensibile quindi alla tutela dell’ambiente così come allo squilibrio nord-sud, alle problematiche economiche, politiche e sociali nella loro dimensione internazionale, al rispetto dei diritti umani.”
Anche altri ne hanno parlato nei loro interventi, ma che cos’è il commercio Equo e Solidale

carla

11 commenti su “nessun titolo”

  1. Il Commercio Equo e Solidale è un approccio alternativo al commercio normale: il suo scopo è promuovere giustizia sociale ed economica e sviluppo sostenibile attraverso il commercio, la formazione, la cultura, l’azione politica.Il Commercio Equo e Solidale vuole riequilibrare i rapporti con i Paesi economicamente meno sviluppati, migliorando le condizioni di vita dei produttori svantaggiati.
    Garantisce, infatti, ai produttori un giusto guadagno e condizioni di lavoro dignitose e sostiene, con il prefinanziamento, progetti di autosviluppo.
    Il Commercio Equo e Solidale propone una nuova visione dell”economia e del mondo, attenta agli interessi di tutti. By Seno & Orlish

  2. Il commercio equo e solidale è una specie di aiuto ai piccoli commercianti (contadini) che non possono competere con i grandi commercianti.
    Mauro

  3. Come al solido non sono riuscito a dare il link
    “www.volint.it/comes/doc_cata_1htm”
    grazie yata21

  4. Seno ed Orlish hanno già ben spiegato che cosa si intende per commercio equo e solidale , volevo aggiungere che i suoi obiettivi principali sono:
    1. Migliorare le condizioni di vita dei produttori aumentandone l’accesso al mercato, rafforzando le organizzazioni di produttori, pagando un prezzo migliore ed assicurando continuità nelle relazioni commerciali.
    2. Promuovere opportunità di sviluppo per produttori svantaggiati, specialmente gruppi di donne e popolazioni indigene e proteggere i bambini dallo sfruttamento nel processo produttivo.
    3. Divulgare informazioni sui meccanismi economici di sfruttamento, tramite la vendita di prodotti, favorendo nuovi modelli di sviluppo
    4. Organizzare rapporti commerciali e di lavoro senza fini di lucro e nel rispetto della dignità umana, aumentando la consapevolezza dei consumatori sugli effetti negativi che il commercio internazionale ha sui produttori, in maniera tale che possano esercitare il proprio potere di acquisto in maniera positiva( consumo critico ).
    5. Proteggere i diritti umani promuovendo giustizia sociale, sostenibilità ambientale, sicurezza economica.
    6. Favorire la creazione di opportunità di lavoro giuste sia nei Paesi economicamente svantaggiati sia in quelli economicamente sviluppati.
    7. Stimolare le istituzioni nazionali ed internazionali a compiere scelte economiche e commerciali a difesa dei piccoli produttori.
    10. Promuovere un uso equo e sostenibile delle risorse ambientali

    In Italia esite un progetto chiamato Progetto COM.ES.
    Gli aderenti al Progetto COMES si impegnano a condividere ed attuare la definizione e gli obiettivi del Commercio Equo e Solidale:
    1. Garantire condizioni di lavoro che rispettino i diritti dei lavoratori sanciti dalle convenzioni internazionali.
    2. Non ricorrere al lavoro infantile e a non sfruttare il lavoro minorile, agendo nel rispetto della Convenzione Internazionale sui diritti dell’Infanzia.
    3. Pagare un prezzo equo che garantisca a tutte le organizzazioni (di produzione, di esporta-zione, di importazione e di distribuzione) un giusto guadagno; tale per il produttore é il prezzo concordato con il produttore stesso sulla base del costo delle materie prime, del costo del lavoro locale, della retribuzione dignitosa e regolare per ogni singolo produttore.
    4. Garantire ai lavoratori una giusta retribuzione per il lavoro svolto senza distinzioni di sesso, età, condizione sociale, religione, convinzioni politiche.
    5. Rispettare l’ambiente privilegiando e promuovendo produzioni biologiche, l’uso di materiali riciclabili.
    6. Adottare strutture organizzative democratiche.
    7. Coinvolgere produttori di base, volontari e lavoratori nelle decisioni che li riguardano.
    8. Reinvestire gli utili nell’attività produttiva e/o a beneficio sociale dei lavoratori (p.e. fondi sociali)
    9. Garantire ai consumatori un prezzo trasparente, che fornisca tutte le informazioni per un “Consumo critico “.
    Puoi trovare l’elenco completo dei criteri adottati

    src=”http://net.supereva.it/heracleum/img/emot/azioni/act26.gif”>Yata21

  5. Cos’è il consumo critico?

    In un ipotetico mercato trasparente, il prezzo sarebbe in grado di esprimere tutte le componenti che formano un prodotto: il vero costo delle materie prime, la loro qualità e le conseguenze della produzione sull’ambiente e sull’assetto sociale, le ripercussioni dell’utilizzo sulla salute del consumatore, le problematiche connesse allo smaltimento del prodotto dopo il suo uso. In realtà ciò non accade, e il produttore non deve sopportare tutti questi costi, visto che gran parte di essi ricade invece sull’intera società (ad es. l’inquinamento e le vittime causati da camion e trasporti aerei, lo sfruttamento dei bambini nel “terzo mondo”, …).

    Si parla al proposito di ESTERNALITÀ, categoria che naturalmente non interessa molto ai produttori. E perchè dovrebbero occuparsene, se tutto ciò costituisce per loro un costo in più?

    D’altra parte, attraverso lo stesso meccanismo noi andiamo a pagare TROPPO dei prodotti di bassa qualità, quando il prezzo è gonfiato solo per motivi di marketing; o col pagare apparentemente MOLTO POCO dei prodotti che valgono ancora meno.

    fonte: http://www.centroconsumatori.it

    Marilyn e Gingo

  6. Il Commercio Equo e Solidale è un approccio alternativo al commercio convenzionale: il suo scopo è promuovere giustizia sociale ed economica e sviluppo sostenibile attraverso il commercio, la formazione, la cultura, l’azione politica.

    Il Commercio Equo e Solidale vuole riequilibrare i rapporti con i Paesi economicamente meno sviluppati, migliorando l’accesso al mercato e le condizioni di vita dei produttori svantaggiati.

    Garantisce, infatti, ai produttori un giusto guadagno e condizioni di lavoro dignitose. Elimina le intermediazioni speculative e sostiene, con il prefinanziamento, progetti di autosviluppo.

    Il Commercio Equo e Solidale propone una nuova visione dell”economia e del mondo, attenta agli interessi di tutti.

    E’ uno strumento a disposizione di ognuno di noi per difendere e promuovere i diritti economici e sociali, cambiando i perversi meccanismi di un modello economico che antepone il profitto ai diritti fondamentali degli esseri umani.

    sono brutto

  7. Consumare criticamente vuol dire basare le proprie opzioni di consumatori sulle regole delle “quattro erre”:

    1. Riduzione:

    è fondamentale partire da un ripensamento della quantità di beni e risorse utilizzate. Risparmio energetico, riduzione dei consumi superflui, diminuzione dei rifiuti prodotti, limitazione dell’uso dei mezzi di trasporto privati a favore di quelli pubblici.

    2. Riutilizzo:

    siamo abituati a buttare via molti oggetti ancora utilizzabili creando così inutili costi di smaltimento e spreco di risorse naturali. Prolungare la loro vita prevedendone la riparazione finché è possibile, permette di incidere sensibilmente sulla riduzione del nostro impatto sul pianeta.

    3. Riciclo:

    la Terra ha a disposizione risorse limitate. Prevedere il riciclo dei materiali utilizzati è una misura che rispetta l’ambiente ed i bisogni delle generazioni future.

    4. Rispetto:

    le materie prime e i processi di produzione utilizzati per la realizzazione delle merci includono oltre alle risorse ambientali anche il lavoro di tanti operai e impiegati. Il consumatore può agire affinché i diritti sociali, sindacali, economici dei lavoratori (e quindi anche di se stesso) siano rispettati.

    Nel consumare criticamente presteremo sempre la massima attenzione al valore sociale ed ambientale di ogni prodotto , piuttosto che alla sua rispondenza ai paradigmi del ‘ libero’ mercato o alla propria, personale convenienza.

    Questo perche’ i consumatori hanno in realtà ”Un piccolo potere da prendere sul serio”, come ci ricordava Alexander Langer che, se sostenuto da una corretta informazione, formazione ed auto-organizzazione (tra consumatori), può essere utilizzato per incidere con efficacia sul comportamento di imprese, governi ed istituzioni locali, per ottenere un maggior rispetto dell’ambiente, della giustizia sociale e dei diritti umani di tutti gli abitanti del Pianeta.

    In definitiva, facciamo diventare ogni acquisto un voto e diamolo solo a chi lo merita!

    Per contrastare il sistema attuale di produzione che giorno dopo giorno impoverisce il diritto di cittandanza basato sul lavoro e le risorse dell’unico pianeta che abbiamo, è indispensabile ragionare sulla necessità che gli istituti democratici non si limitino all’esercizio del voto ma siano integrati da una partecipazione attiva da parte della società civile, anch’essa oggi seriamente minacciata.

    Il consumo critico è dunque una scelta di vita che chiama a un forte impegno individuale e comunitario, per contrastare la dimensione globale del sistema capitalista già su scala locale, senza rintanarsi in nazionalismi o particolarismi di classe o di etnia, ma facendo leva sui principi di solidarietà comunitaria e internazionalista.

    Questo è tanto più vero in una città come Roma che da millenni, nel bene e nel male, vive in una dimensione sovranazionale.fonti:rete romana consumo critico

    by vittoria

  8. Il Commercio Equo e Solidale è un approccio alternativo al commercio convenzionale: il suo scopo è promuovere giustizia sociale ed economica e sviluppo sostenibile attraverso il commercio, la formazione, la cultura, l’azione politica.

    Il Commercio Equo e Solidale vuole riequilibrare i rapporti con i Paesi economicamente meno sviluppati, migliorando l’accesso al mercato e le condizioni di vita dei produttori svantaggiati.

    Garantisce, infatti, ai produttori un giusto guadagno e condizioni di lavoro dignitose. Elimina le intermediazioni speculative e sostiene, con il prefinanziamento, progetti di autosviluppo.

    Il Commercio Equo e Solidale propone una nuova visione dell”economia e del mondo, attenta agli interessi di tutti.

    E’ uno strumento a disposizione di ognuno di noi per difendere e promuovere i diritti economici e sociali, cambiando i perversi meccanismi di un modello economico che antepone il profitto ai diritti fondamentali degli esseri umani.

  9. Definizione del commercio equo e solidale

    Il concetto di commercio equo e solidale si applica generalmente ad operazioni commerciali che rafforzano la posizione economica dei piccoli produttori e proprietari in modo da impedire che essi vengano emarginati nell’ambito dell’economia mondiale. Esso riguarda principalmente i paesi in via di sviluppo e si prefigge, secondo quanto prevede tale comunicazione, due obiettivi principali :

    assicurare che i produttori – inclusi i dipendenti – usufruiscano di una giusta quota del profitto globale;

    migliorare le condizioni sociali in particolare dei dipendenti sopperendo alla mancanza di servizi sociali adeguati e di una rappresentanza sul lavoro (per esempio rappresentanza sindacale), ecc.

    Questo concetto riguarda lo sviluppo a lungo termine. La partecipazione alle iniziative relative al commercio equo e solidale è volontaria sia per i venditori che per i consumatori.

    Va osservato che il concetto di commercio equo e solidale non corrisponde esattamente a quello di “commercio leale”. Quest’ultimo, infatti, riguarda essenzialmente pratiche commerciali delle società operanti nei vari paesi (per esempio codici di condotta).

    brutto

  10. io ho anche partecipato a un banchetto equo e solidale qualche anno fa.

    Il Commercio Equo e Solidale e’ un approccio alternativo al commercio convenzionale; esso promuove giustizia sociale ed economica, sviluppo sostenibile, rispetto per le persone e per l’ambiente, attraverso il commercio, la crescita della consapevolezza dei consumatori, l’educazione, l’informazione e l’azione politica. Il Commercio Equo e Solidale e’ una relazione paritaria fra tutti i soggetti coinvolti nella catena di commercializzazione: produttori, lavoratori, Botteghe del Mondo, importatori e consumatori.

    Fonte:http://www.equomercato.it/doc-ott-03.htm

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.