NUOVO RAPPORTO UNICEF SULLA MORTALITA’ MATERNA
Nell’Africa Sub-sahariana una donna su 16 rischia di morire di parto o durante la gravidanza; nei paesi industrializzati lo stesso rischio riguarda una donna su 2.800: questi i risultati del rapporto UNICEF, OMS e UNFPA sulla mortalità materna, resi noti recentemente. Gran parte di tali morti e sofferenze potrebbero essere evitate se solo le gestanti fossero assistite durante la gravidanza e il parto da personale sanitario preparato, o, nel caso di complicazioni insorte durante la gravidanza, avessero accesso a servizi ostetrici di emergenza. il tasso di mortalità materna è risultato più elevato in Africa (830 decessi), quindi (eccezion fatta per il Giappone) in Asia (330 decessi), in Oceania (240 decessi– escluse Australia e Nuova Zelanda) – in America Latina (190 decessi) e nei paesi industrializzati (20).
Il paese con il più alto tasso di mortalità materna rimane (dati: 2000) la Sierra Leone (con 2.000 donne morte ogni 100.000 nascite), Afghanistan (1.900 decessi), Malawi (1.800), Angola (1.700), Niger (1.600).
ha affermato il Direttore Generale dell’UNICEF Carol Bellamy: “Se vogliamo ridurre la mortalità materna, una maggiore diffusione dei servizi ostetrici di emergenza è essenziale”.L’UNICEF è impegnato in molti progetti di lotta alla mortalità materna; in particolare l’UNICEF Italia sostiene il progetto “Maternità sicura” in Sierra Leone per ridurre la mortalità materna in 100 villaggi e per ricostruire il reparto di maternità dell’ospedale di Kenema.
ISA
Cos’è l’Unicef
L’UNICEF, Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, è un’Agenzia delle Nazioni Unite fondata nel 1946 per aiutare i bambini vittime della Seconda Guerra Mondiale. Nel periodo tra il 1946 al 1953 fu presente in vari paesi europei, e anche in Italia, con moltissimi interventi a difesa dei bambini. La situazione era drammatica: nel 1949 morivano più di 72 bambini ogni mille nati e in regioni poverissime come la Basilicata i morti erano addirittura 110 su 1000.
L’UNICEF aiutò l’Italia del dopoguerra in modo massiccio: per esempio, fornendo 800.000 paia di scarpe per bambini e 700.000 mq. di stoffe per abiti, ma anche costruendo centrali del latte in molte province italiane, fornendo le prime incubatrici ai reparti pediatrici di molti grandi ospedali specie nel sud del paese, distribuendo latte in polvere e vitamine, medicinali e antibiotici, allora rari e preziosissimi contro le malattie infettive, aiutando le mense scolastiche e ricostruendo scuole e corsi di educazione popolare (nel 1950, l’11 % degli italiani era analfabeta, e in alcune zone del sud lo era addirittura il 30%!). Nella primavera del 1950 gli aiuti dell’UNICEF avevano raggiunto, solo in Italia, 1.300.000 bambini e madri!
Con la graduale ripresa dell’economia dei paesi europei, le attività del Fondo vennero rivolte ai bambini dei paesi in via di sviluppo in Africa, Asia e America Latina, fino a che nel 1953, a seguito dei risultati ottenuti, le Nazioni Unite decisero di prorogare indefinitamente il mandato dell’UNICEF.
Nel 1965 l’UNICEF riceve il Premio Nobel per la Pace. Nel 1989 viene approvata la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia nella quale si stabilisce che l’UNICEF sia parte in causa per garantire il rispetto dei diritti dei bambini di tutto il mondo.
Territorialmente l’UNICEF è presente con proprio personale in 158 paesi.
paperone