Stop al lavoro minorile!
I dati che emergono dalle indagini sullo sfruttamento minorile sono agghiaccianti.
210 milioni sono i bambini sfruttati in tutto il mondo, schiavi nelle miniere, abusati sessualmente, trattati come oggetti e soprattutto soldati nelle guerre.
Alcuni di noi forse possono pensare che la cosa non ci riguarda o comunque è lontana dalla nostra realtà europea, ma invece sono coinvolti anche paesi come l’Inghilterra che durante la guerra del Golfo e in Kosovo, sebbene severe leggi lo proibiscano, ha mandato al fronte dei minori, ma non solo in Inghilterra alcuni ragazzi sono in schiavitù, anche l’Italia secondo un rapporto della Cgl presenta 600.000 bambini sruttati, dei quali circa la metà lavora a tempo pieno. Per questi ragazzi il primo contatto con il lavoro avviene all’età di 10 anni e in particolare tutto questo accade per lo più nel nord-est d’Italia.
Qui, una diffusa cultura famigliare dà più importanza al lavoro piuttosto che alla scuola, la colpa però in questi casi non va data esclusivamente alle famiglie, è la povertà che porta all’analfabetismo dal momento che chi è povero tiene i bambini a casa per farsi aiutare a sostenere il bilancio famigliare dando il via ad un terribile circolo vizioso. Per fortuna ci sono persone che dedicano l’intera vita ad aiutare i bambini coinvolti in questo circolo. Ungsongtham Pratep Hata è uno di questi esempi,una ex bambina lavoratrice che ha aiutato i ragazzi che si trovavano nelle sue condizione, quest’anno ha vinto il premio mondiale per i diritti dei bambini che 4 anni fa fu assegnato al ragazzo simbolo dei bambini lavoratori, colui che osò ribellarsi alla schiavitù e che fu ucciso nel 1995 dalla mafia dei tappeti.
Nonostante l’Africa sia anora al primo posto tra le classifiche più terribili di questo sfruttamento anche in Perù la situazione non è certo migliore, qui, spariscono 15 ragazzi al mese, 3.000 lavorano nelle miniere e altrettanti nei bordelli e il 40% dei ragazzi non viene riconosciuta dal padre e quindi non ha nome.
In Indonesia invece dove i turni per il lavoro minorile non dovrebbero superare le 4 ore giornaliere superano le 12, inoltre da 10 anni le organizazioni sindacali denunciano l’esistenza di minori schiavi per debiti ma ancora oggi questa è uno dei problemi più grossi del Governo.
Mezzo miglione di bambine dai 5 ai 17 anni lavorano in condizioni di schiavitù quasi sempre senza salario come domestiche, sfruttate e regolarmente abusate sessualmente dal padrone.
Insomma sembra che la situazione nel mondo invece che migliorare peggiori, ma per nostra fortuna sembrerebbe in ripresa, secondo una denuncia di “Mani Tese”, che ha organizzato il Congresso mondiale contro lo sfruttamento minorile che tutti di noi, grazie al Blog e alle agenzie di informazione stiamo seguendo molto attentamente.
fonte: famiglia cristiana on line
Amylee
è una vergogna lo sfruttamento minorile. Non sapevo che anche in Italia sfruttassero i minori.
Per cosa gli usano? topolina 007
Ciao topolina, forse ti è sfuggito, ma sul Blog abbiamo discusso del lavoro minorile in Italia in questo POST , ad ogni modo per avere informazioni sul lavoro minorile nel nostro Paese puoi leggere QUI
carla
Gli Stati riconoscono il diritto di ogni bambino ad essere protetto contro lo sfruttamento economico e a non essere costretto ad alcun lavoro che comporti rischi o sia suscettibile di porre a repentaglio la sua educazione o di nuocere alla sua salute o al suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale o sociale[…]”
Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, art. 32
Nel mondo, 211 milioni di bambini e bambine lavorano. Hanno meno di 14 anni, dovrebbero andare a scuola, giocare, avere tempo per riposare, e invece lavorano: nei campi, nelle discariche, sulla strada, ovunque vi siano opportunità di guadagnare qualcosa per aiutare a sopravvivere sé e la propria famiglia. Alcuni riescono a trovare il tempo per frequentare la scuola, ma la maggior parte di essi non ha mai messo piede in un’aula scolastica, ed è probabile che non lo farà mai. A meno che qualcuno li aiuti.
Le stime più recenti ci dicono che i bambini lavoratori vivono soprattutto in Asia, ma che è l’Africa il continente in cui, in proporzione, è più alta la probabilità che un bambino sia costretto ad un’occupazione precoce. Tuttavia, i baby-lavoratori sono numerosi nei paesi a medio reddito (5 milioni nell’Est europeo, e il dato è in crescita a causa della difficile transizione all’economia di mercato), e non mancano neppure nei paesi industrializzati: in Italia, l’ISTAT ne ha censiti circa 145.000, mentre la CGIL ne fa una stima quasi tre volte superiore
paperone e brutto