Perchè i Paesi poveri sono poveri?
“Un bambino che nasce oggi a New York, Parigi o Londra consumerà, sprecherà ed inquinerà più nel corso della sua vita che 50 bambini nati nei Paesi in via di Sviluppo; attraverso un crudele gioco del destino, coloro che consumano meno sopporteranno il peso maggiore del danno ambientale” (Rapporto sullo Sviluppo Umano, UNDP 1998).
Dalla mattina alla sera, ogni cittadino dei Paesi occidentali con i suoi consumi concorre a determinare inconsapevolmente il lavoro e la vita dei lavoratori di altri Paesi, quelli da cui provengono in tutto o in parte i prodotti acquistati. Molti Paesi “poveri”, infatti, sono ricchissimi di risorse naturali esportabili anche senza bisogno di distruggere l’ambiente. Molto spesso però i Paesi del Nord e le società multinazionali riescono ad impossessarsi di queste risorse e a distruggerne altre con la complicità dei Governi locali, contando sul fatto che i Paesi e le popolazioni a basso reddito non hanno ne tecnologia ne potere negoziale. Così il Sud finisce per esportare solo materie prime a basso prezzo o, da qualche tempo, manufatti industriali egualmente a buon mercato. Molti di loro, poi, sono costretti a svendere le proprie risorse naturali al fine di trovare i mezzi per pagare gli interessi maturati sull’enorme debito estero. Ma se l’economia non si fonda sulla produzione per il mercato interno, bensì sulle esportazioni, ecco che la sua crescita non porta maggior benessere alle popolazioni produttrici e provoca una forte competitività sia fra Nord e Sud che tra gli stessi paesi più poveri.
Il commercio internazionale
La competitività del mercato è la migliore garanzia dell’efficienza della produzione. Ma i mercati devono essere aperti a tutti, ed hanno bisogno di agire nell’ambito di un quadro normativo accuratamente predisposto e di essere integrati da provvedimenti sociali oculati. I paesi in via di sviluppo (PVS), con alcune rilevanti eccezioni, stanno incontrando notevoli ostacoli al pieno sfruttamento del potenziale di questi mercati. Questa situazione rispecchia la debolezza delle loro politiche e le restrizioni dei mercati globali.
Il Sud del mondo è ricco…
Se guardiamo alla disponibilità delle risorse, il Sud del mondo non è affatto povero; è anzi l’area più “ricca” del mondo. I paesi ricchi e quelli poveri competono sul mercato come partner ineguali; questi ultimi, infatti, hanno un potere contrattuale molto debole sui mercati internazionali. La maggioranza di essi dispone di mercati interni molto limitati, è in grado di vendere una quantità limitata di beni e servizi e dipende fortemente dall’esportazione di materie prime. I prezzi di queste materie prime sono crollati drammaticamente durante gli anni ottanta, rafforzando la tendenza di lungo periodo al peggioramento dei relativi mercati. Questo è accaduto in parte perché è crollata la domanda mondiale, ma anche perché molti paesi sono stati improvvisamente invitati a restituire i loro debiti. Per generare una quantità sufficiente di valuta estera, essi sono stati quindi costretti ad intensificare la produzione e le esportazioni, trovandosi così a competere violentemente tra di loro in un ambito di mercato in via di contrazione.
by Viky & Sivu
fonte: volint.it
complimenti per l’articolo, è molto interessante e ci ha chiarito le idee, rispondendo a domande che ci ponevamo da tempo… brave Viky e Sivu!! ciao by marilyn e vittoria
Penso che questo non sia affatto giusto.ciao caro