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Vi segnalo un articolo, a mio parere, di un certo interesse.
Mi farebbe molto piacere conoscere la vostra opinione in merito.
Potete leggere l’articolo QUI.

Carla

8 commenti su “nessun titolo”

  1. quest’articolo è molto bello e significativo… non faccio altro che trovare la situazione di cui si parla in esso paragonabile a quella della nostra classe,perchè più che simile è la descrizione di fatti comuni in essa.

    sono pienamente d’accordo con ciò che dice l’autore tra la sottile ma enorme differenza tra solidarietà e omertà e sulle sue teorie sull’educazione….e mi auguro che tutti leggano questo articolo così significativo capendolo e ne possano trarre vantaggio per il futuro come io stessa CERCHER0′ di fare nelle occasioni dove questo problema verrà fuori,anche se come tutti potrete capire nonostante sappiamo sia giusto emergere dai muti-falsi dicendo la verità,è molto difficile far capire questo alla persona colpevole dell’azione che potrebbe non capire il nostro gesto e incriminarci per questo,spero abbiate capito cosa intendevo dire(lo dico anke per esperienza personale)!!!

    amylee

  2. è vero hai pienamente ragione virgy questo fatto accade molto spesso nella mia classe e io sono sempre quello che sta zitto ,l’indifferente .

    lo so che è un’ errore stare zitti nascondendo cattivi comportamenti ma ho sempre paura di perdere un amico facendo la “spia”.

    ricciolo

  3. VINCENZO ANDRAOUS OGGI.

    Ecco cosa scrive: Non mi reputo uno scrittore né un poeta, credo di avere qualcosa da comunicare, senza alcuna presunzione di insegnare nulla a nessuno, o salvare alcuno dal proprio destino. Raccontarci la nostra storia personale può significare la nascita di una amicizia, di un sentimento gratuito, allora anche la mia storia, la mia gran brutta storia può diventare motivo di riflessione per tentare di intravedere il pericolo dei rischi estremi, in quel mito della trasgressione che spesso diviene devianza…e poi risalire dal baratro diventa difficile.

    Sono una persona che disegna con le parole ciò che sente, non sono visivo, ma uditivo nel mio percepire le cose, i fatti, le persone. Ho imparato a scrivere leggendomi e credo sia importante leggere ciò che la mente e il cuore tracciano, perché sono orme e impronte digitali che sovente inducono ad ascoltare note nascoste ben al di sotto del primo strato.

    By ab GOVERNATORE

    http://www.edscuola.it

  4. Questo articolo ha fatto emergere un aspetto importante che, come ha detto Amylee, riguarda la nostra classe.

    Capita a volte che qualche ragazzo faccia qualcosa di sbagliato e la prof ci chieda chi è stato ma noi (compresa me) restiamo zitti,muti.

    E’ un po’ difficile da spiegare ma, secondo me, accade questo perchè in alcuni casi abbiamo paura di perdere un amico ma soprattutto perchè abbiamo paura di fare il primo passo.E’ difficile “avanzare” quando non si conoscono le conseguenze e si finisce di arrivare a conseguenze maggiori, cioè più “distruttive”.

    Sembra quasi un atto di masochismo.Ma probabilmente non ci rendiamo conto e andando avanti nel tempo, continuando a fare sempre lo stesso gioco,invece di stufarci e ammonire la persona responsabile, preferiamo stare zitti perchè ormai non ci importa più e speriamo,però, che tutto ciò finisca presto.Però sono, anzi, credo che siamo consapevoli che ciò è sbagliato anche perchè alla fine quelli che ci rimettono….siamo noi.

  5. è molto bello questo articolo,e fa capire molte cose…..e come è stato già detto, questo fatto accade quasi ogni giorno nella nostra classe….ma nessuno parla, nessuno vuole farsi odiare da un compagno, per aver fatto la “spia”, così ognuno di noi preferisce restare in silenzio facendo finta che niente sia successo, e sempre andata così, e spero che nel futuro cambi.pulce90

  6. Episodi come questi capitano spesso nella nostra classe. Ogni volta che come tutti sto zitta ci penso: il motivo del mio silenzio è la paura delle possibili conseguenze. Mi dispiace quando l’insegnante non riesce a fare lezione, a volte rido anch’io ma perchè capita una cosa divertente peròmi rendo conto che si esagera veramente troppo e capisco la difficoltà dell’insegnante a tenere la classe. Secondo me molti dei miei compagni vorrebbero riuscire a fare lezione anche se magari anche loro ridono ad una battuta, ma sanno che alcuni superano il limite troppo spesso, e forse stanno zitti perchè poi verrebbero presi in giro e chiamati spie. ho pensato di dirgli di smettere o di non esagerare ma non credo che servirebbe perchè non verrei presa sul serio perchè anch’io ho riso e non mi ascolterebbero. topolina007

  7. un confronto facile al fatto raccontato è quello che succede quasi tutti i giorni nella nostra classe infatti nessuno quando un compagno fa qualcosa di sbagliato ha il coraggio di alzare la mano e dire chi è stato il colpevole perchè dopo viene considerato una spia e perchè ha paura di perdere un amico . Comunque secondo me chi dice chi ha compiuto il misfatto non è da considerare uno spione perchè potrebbe essere una forma di aiuto verso un compagno per fare in modo che si corregga.

  8. Io alcune volte ho fatto la “spia”…tutti i miei compagni mi hanno odiato…io pero’ non l’ho fatto con cattiveria anzi soprattutto con ingenuità.Infine penso che le cose che si possono dire si devono dire senza timore!

    Polly90

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