Il libro? Me lo stampo al chiosco

Nuove forme di libro convivranno con quelle tradizionali
Li stamperemo da soli con una grossa fotocopiatrice
Il futuro del libro? Ovviamente digitale, come per la musica.
Risposta scontata. Almeno quanto scontata, e condivisa, è l’immediata obiezione: «No. Non è possibile: leggere un libro sullo schermo di un computer o di un palmare non piace quasi a nessuno. Tant’è vero che il business degli e-book non è mai davvero decollato».

Obiezione accolta. E non da un giudice qualunque, ma da Jason Epstein (peraltro autore lui stesso di e-books), che dalle pagine di Mit Technology Review, prestigiosa pubblicazione del Massachusetts Institute of Technology di Cambridge (Usa), prevede un futuro sì digitale per il libro, e legato a Internet proprio come per la musica, ma nondimeno ancora “fisico”.
E il parere di Epstein un certo peso ce l’ha, visto che questo signore, per più di 40 anni direttore editoriale di Random House, una delle più importanti case editrici statunitensi, è stato uno dei principali innovatori del mercato del libro, avendo “inventato” la grande distribuzione dei classici “paperbacks” (edizioni economiche) in Nord America.

A LETTO CON IL PORTATILE – Il piacere di maneggiare un libro (chi se la sentirebbe di andare a letto con il “portatile” la sera per leggere un romanzo prima di addormentarsi?), secondo Epstein, dovrebbe essere garantito dalla cosiddetta tecnologia print on-demand, cioè stampa-a richiesta.
Un credo che propugna non da oggi, come testimonia, tra gli altri, un suo intervento su The New York Review of Books del 2001, quando la tecnologia che avrebbe dovuto permettere questa rivoluzione era ancora sperimentale.

LA “MACCHINA” DEI LIBRI – Ora però, almeno secondo Epstein, la “macchina” che potrebbe dare il via al cambiamento in questione c’è, e funziona. La pietra angolare della nuova rivoluzione dovrebbe essere rappresentata da “piccole” stampanti (le dimensioni sono più o meno quelle di una grossa fotocopiatrice), capaci di mettere su carta e di rilegare in modo soddisfacente un libro in pochi minuti.
Epstein, su Technology Review, declina un conflitto di interesse, ammettendo un suo diretto coinvolgimento nella diffusione di questi strumenti e della filosofia che sottendono.
Tuttavia lo scenario che delinea potrebbe coinvolgere (e disturbare) talmente tanti altri interessi, che forse sarebbe superficiale e sbrigativo liquidare le sue affermazioni solo come spot personale.

I CHIOSCHI LETTERARI – Ciò che viene immaginato, infatti, è un sistema di distribuzione capillare di “chioschi letterari” nei punti di aggregazione più disparati : piccole librerie ma anche centri commerciali, bar eccetera. Questi chioschi dovrebbero avere la possibilità di connettersi a qualche banca dati centralizzata (tipo Google, Amazon eccetera) da cui scaricare a un prezzo ragionevole il file desiderato, per poi vederselo consegnare dalla stampante lì accanto dopo pochi minuti bell’e pronto e rilegato, come un vero libro e non sotto forma di una risma di fogli formato A4.

Fantascienza? Dando un’occhiata a ciò che proprio Amazon sta facendo forse il dubbio potrebbe essere scalfito. Alcuni osservatori, infatti, fanno notare che il colosso della vendita on-line di libri, sembra orientato a mutare il suo business-model, puntando a delegare in outsourcing porzioni sempre maggior di esso, e a valorizzare sempre di più come vera risorsa il proprio, enorme, archivio.
Coincidenze?

Gioia

3 commenti su “Il libro? Me lo stampo al chiosco”

  1. Ciao Gioia, con questo tuo commento mi dai la possibilità di introdurre il tema degli e-book.

    Lo farò, ma in biblioteca 🙂

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