Sensori e chip, ecco la cyber-moda

MILANO – Magliette su cui scorrono filmati, abiti che permettono di correre a 40 chilometri all’ora, scarpe che ricaricano il cellulare o che ordinano al giubbotto di infittire la trama perché è calata la temperatura, guanti da sci provvisti di sensori. Sono cyber-capi non ancora comparsi in passerella ma è questione di pochi anni. Parola di Nicholas Negroponte, il futurologo fondatore del Medialab di Boston, intervenuto a Milano a un incontro su tecnologia e moda.

«Il connubio di questi due mondi — spiega Marina Garzoni, ideatrice del convegno con Lycra e Ibm — genera un nuovo stile di vita. La wearable technology è solo la punta di un iceberg di un modello di consumo che nel futuro sarà sempre più basato sull’entertainment». Lo stesso Negroponte sentenzia che «gli ultimi vent’anni sono stati caratterizzati dalla nascita del mondo dei bit accanto a quello degli atomi, ma i prossimi venti saranno segnati dalla contaminazione di questi due universi».

ROBOTICA — Energia utile anche per un’altra generazione di abiti intelligenti: quelli con proprietà meccaniche. «Vestiti che permettono di correre fino a 40 chilometri all’ora o di portare 300 chili di peso sulle spalle senza affaticarsi» prefigura Negroponte. E qui viene in soccorso la robotica miniaturizzata. A partire dalle scarpe “bioniche” messe a punto da un ricercatore del Mit e che si basano su una sorta di pneumatico in grado di trasformare l’energia cinetica di compressione del piede in spinta per il passo successivo.

In questa nuova era una scarpa dotata di sensori che rilevano l’umidità potrà comunicare via bluetooth con i pantaloni e comandare: «Piove: chiudiamo le maglie del tessuto». E la giacca, anch’essa dotata di sensori, può decidere a seconda della temperatura rilevata, se azionare il “microcondizionatore” di cui è dotata producendo freddo o caldo all’interno. Nella carta costituzionale di questa “società dialogante” in primo piano c’è l’Rfid, un sistema di radiofrequenza passiva che permette di mappare in tempo reale la posizione di oggetti e persone che decidono quali informazioni scambiare.

ETICHETTA — Un anticipo del futuro s’è già visto nell’incontro milanese: sono state presentate le magliette “I’m tagged” (un’idea Eximia), capi dotati di un’etichetta plastificata che nasconde all’interno chip e antenna per comunicare con persone e ottenere servizi. Funzionano così: s’inserisce un proprio profilo in un sito Web e si viene “codificati”. Quando poi si entra in un ambiente “tagged” si viene riconosciuti: un sms avvisa della presenza di persone che hanno affinità col profilo dichiarato.

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