ROMA – Sono ore di ansia e di preghiera per il Papa. Il nuovo intervento chirurgico al quale è stato sottoposto il Pontefice è stato accolto con apprensione da tutto il mondo, cattolico e non. Messaggi di affetto continuano ad arrivare in Vaticano dalle comunità ebraiche ed islamiche, ma anche gli ortodossi e i fedeli della Cina comunista fanno sentire il loro affetto al vecchio e malato Santo Padre. Un lungo abbraccio inter-religioso che tocca i cinque angoli del pianeta.
IL PATRIARCA – Un messaggio affettuoso è venuto dal patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, una delle massime autorità del mondo ortodosso, che in un messaggio, nel quale il Papa viene chiamato «fratello anziano ed amato», ha assicurato le sue preghiere per una «una guarigione completa e rapida».
IL CARDINALE – Tra le poche persone autorizzate a visitare il Papa, le cui condizioni sono segnalate in netto miglioramento, c’è stato venerdì pomeriggio il cardinale Alfonso Lopez Truillo, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, che ha semplicemente detto, al termine dell’incontro: «Ho visto il Pontefice: l’ho trovato molto sereno».
CATTOLICI – Naturalmente, tutto il mondo cattolico prega per la salute di Wojtyla, anche dalla Cina, uno dei paesi dove sacerdoti e vescovi sono spesso vittime del sistema di potere, viene una testimonianza: «Abbiamo sempre pregato per il Santo Padre – ha detto un cattolico di Shi Jia Zhuang, nella provincia di Hebei – sia nelle comunità sotterranee che nella chiesa ufficiale. La comunità cattolica cinese è unita nella vicinanza al papa sofferente».
Ai 30 milioni di indiani cattolici il cardinale Telesphore Toppo, presidente della Conferenza dei vescovi indiani, ha inviato il seguente messaggio: «Faccio appello a tutti i fedeli perché continuino a offrire le loro preghiere per Sua santitá e mi auguro che Dio nella sua misericordia gli doni la forza di rimettersi dalla malattia».
Gioia