Case e scuole: ecco i soldi per lo Tsunami

Circa 300 case, 2 ospedali, 20 scuole, centinaia di barche: ecco che cosa si sta costruendo, o ricostruendo, in Sri Lanka con i soldi donati dagli italiani per soccorrere le popolazioni colpite dallo Tsunami il 26 dicembre scorso. Si tratta in tutto di 45 milioni di euro, 9 milioni e mezzo dei quali raccolti dalla sottoscrizione lanciata dal Corriere e dal Tg5. In particolare con questa somma saranno edificati una scuola a Motur, sulla costa orientale, nella provincia di Trincomalle, un’altra a Thotagamuwa, sulla costa sudoccidentale, a poca distanza dal luogo dove venne spazzato via il treno con circa 2000 passeggeri.

In tutto avranno un edificio rifatto quasi 900 studenti, delle elementari, medie e superiori. A Motur, lo Tsunami, assieme ai muri, alla biblioteca, alle suppellettili, si è portato via anche 42 dei 630 scolari, che il giorno (era vacanza) dorimvano beati. A Thotagamuwa, invece, dei 200 studenti, 29 sono rimasti orfani. Sempre a Motur con le offerte dei lettori del Corriere è stato già allestito un cantiere nautico dove vengono rimesse in sesto decine di barche di pescatori danneggiate dal maremoto. E ancora a Motur, un’enclave di 80 mila islamici che si affaccia su una dei porti naturali più vasti del mondo e quindi zona militare (la Koddiyar Bay), i fondi della generosità consentiranno di riedificare, in una zona più sicura, almeno 300 abitazioni da assegnare a chi ormai da 3 mesi vive in tende (purtroppo troppo..calde in un zona torrida) fornite dalla Protezione civile italiana.

Nell’isola di Kinnnya, a poca distanza da Motur, nella provincia di Trincomalle, sono già iniziati i lavori di un nuovo ospedale interamente finanziato con il denaro raccolto grazie agli Sms. I primi 4 mattoni sono stati posati, sabato 5 marzo scorso, dal ministro per la ricostruzione, Abdul Majeed, e dal numero 2 della Protezione civile, Vincenzo Spaziante, giunto appositamente dall’Italia. Si tratta della prima nuova opera in assoluto del dopo tsunami in Sri Lanka, come ha sottolineato il ministro singalese, che ha elogiato e ringraziato gli italiani. E questo nonostante la risorta tensione e i veti incrociati tra governo e i (ribelli) Tamil, che sono la maggioranza in questa zona tristemente nota per i sanguinosi scontri prima del cessate il fuoco concordato nel dicembre 2001. La struttura prenderà il posto dell’ospedale distrutto dallo tsunami e ora sostituito provvisoriamente da quello da campo italiano dove sono impegnati 7 infermieri e 8 medici provenienti da diverse regioni della Penisola: visitano 150 pzienti al giorno.

L’ospedale nuovo avrà 100 posti letto e costerà 2,5 milioni di euro. I soldi italiani per la ricostruzione in Sri Lanka sono stati affidati alla Protezione civile. Compresi quelli raccolti dal Corriere e dal Tg 5. , sottolinea Guido Bertolaso, responsabile nazionale del Dipartimento della Protezione civile. Per questo i membri del Comitato , costituito da Corriere e Tg5 e presieduto dal generale dei carabinieri Giuseppe Richero, il 2 marzo, prima di venire in Sri Lanka a controllare l’avvio dei progetti, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa con la Protezione civile su come spendere il frutto del tacito patto di fiducia tra donatore e ricevente. Occorre, però anche muoversi con sollecitudine, perchè in Sri Lanka la mancanza di lavoro (è crollato il turismo: nel tentativo di recuperare qualcuno dei 400 mila visitatori in fuga, sono arrivati a offrire un posto gratis per ogni viaggiatore pagante) e di abitazioni è acutissima.

Come ben sanno 15 famiglie di Ambalangoda, (vicino a Galle) attendate nel cimitero ormai da 3 mesi! I loro bambini, in classe, vengono accolti da battute tipo: “Ecco i figli dei fantasmi”. “D’altra parte – ricorda Agostino Miozzo, responsabile per la Protezione civile in Sri Lanka – noi dobbiamo anche adeguarci a ciò che ci dice il governo singalese. Siamo ospiti e le scuole e gli ospedali non possiamo fabbricarli come vogliamo noi, ma secondo gli standard e le esigenze locali. Intanto, però, posso dire che gran parte delle risorse finanziarie forniteci dagli italiani è stata già destinata: una parte delle opere le eseguiremo direttamente noi della Protezione civile; una parte sarà invece lavoro delle organizzazione non governative italiane. In ogni caso compito nostro è vigilare affinchè neppure un euro vada sprecato”.

Ho pensato fosse giusto far sapere dove e a chi sono andati i nostri soldi……!!!! : – )

Tratto dal Corriere della Sera del giorno 21/03/05

Gioia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.