Ciao a tutti sono pupilronaldinho …
Robot da Competizione
Uno dei metodi più efficaci per “smuovere” un qualsiasi
campo delle attività umane è la creazione di competizioni.
Alle volte infatti la creatività e l’abilità delle persone
viene stimolata se messa in concorrenza con altri soggetti
o posta innanzi a piccoli problemi.
Ma le competizioni hanno anche un’altra caratteristica:
attirano pubblico, e quindi, nei casi più fortunati, anche
pubblicità ed introiti. Del resto la ricerca e sviluppo di
motori non passa dalla Formula 1, con tutti i suoi Gran
Premi e sponsor? Ecco, qualcosa del genere accade anche nella
robotica. Strano? Non proprio.
Da parecchi anni in realtà vengono organizzate competizioni
tra robot, generalmente con lo scopo di promuovere la
conoscenza e l’interesse verso la robotica.
Autonomi e Teleoperati
Le “gare” robotiche di gran lunga più difficili sono quelle
in cui i robot devono essere totalmente autonomi (cioè devono
operare senza nessun tipo di controllo umano). Realizzare
infatti un robot autonomo in grado di svolgere un compito
complesso è ancora oggi molto difficile, anche per un esperto.
Questo è il motivo per cui alle competizioni basate sulla
robotica autonoma partecipano in genere squadre legate alle
università.
Esiste però anche un’altra categoria di competizioni,
frequentate soprattutto da abili hobbisti: quelle tra robot
teleoperati. In questo caso il robot è semplicemente una
macchina, più o meno complessa, controllata via radiocomando.
Dunque in questo tipo di competizione i giocatori sono in realtà
esseri umani.
Quattro calci a un pallone
Tra le competizioni basate sulla robotica autonoma la più nota
è sicuramente RoboCup, ovvero il campionato mondiale di calcio
robotico. Il primo campionato ha avuto luogo in Giappone nel 1997,
e i successivi si sono tenuti in diversi Paesi del mondo
(l’ultimo, nel 2003, proprio in Italia, a Padova). RoboCup
è una manifestazione particolarmente importante perché
concentra esperti di settore provenienti da tutto il mondo,
e si articola in diverse sezioni che coprono una vasta gamma
di difficili problemi di robotica, non tutti legati al gioco
del calcio: ad esempio esiste Robocup Rescue, che si occupa
di salvataggio e soccorso, e Robocup Junior, dedicata ai
giovanissimi appassionati di robot.
Calcio e non solo…
Oltre a Robocup esistono altre competizioni per robot autonomi.
A volte non è facile tenerne traccia, perché molte di esse
non hanno né la regolarità, né la completezza, né l’organizzazione
internazionale che hanno fatto di RoboCup un grande successo
(nel campo della robotica, s’intende…) Ma il fatto che ne nascano
di continuo di nuove testimonia la vitalità di un campo di
studio in continua ebollizione; qui di seguito ne diamo solo
alcuni esempi.
Da diversi anni il MIT (Massachusetts Institute of Technology)
organizza un corso (chiamato 6.270 – Autonomous Robot Design
Competition) nel quale a ogni studente è richiesto di progettare
e realizzare un robot autonomo in grado di competere con
quelli degli altri studenti in un gioco sempre diverso per
ogni anno di corso.
Anche l’AAAI (American Association for Artificial Intelligence)
organizza competizioni tra robot autonomi con diversi obiettivi:
ad esempio il ritrovamento di oggetti, il salvataggio di vittime
del crollo di un edificio, e perfino… la realizzazione di
un robot-cameriere in grado di servire correttamente gli
antipasti a un ricevimento!
Un’altra associazione statunitense che gestisce una
competizione per robot autonomi è l’Association for Unmanned
Vehicle Systems. La particolarità della loro competizione è
che coinvolge solo robot volanti (ad esempio piccoli elicotteri)
che devono compiere difficili operazioni senza nessun controllo
umano: ad esempio decollare, localizzare un edificio, entrare da
una finestra aperta, depositare al suolo un oggetto, ritornare al
punto di partenza ed atterrare. Il tutto senza schiantarsi!
Infine citiamo la FIRST (For Inspiration and Recognition of
Science and Technology) Robotics Competition, una importante
iniziativa annuale nata nel 1992 tra le scuole superiori
statunitensi, che nella sua ultima edizione ha coinvolto ben
787 squadre provenienti da USA, Canada, Brasile e Gran
Bretagna. Il compito assegnato quest’anno alle squadre
partecipanti era quello di realizzare, in sole 6 settimane,
un robot semiautonomo (cioè parzialmente teleoperato) capace
di raccogliere il maggior numero possibile di contenitori di
plastica da una piramide di contenitori posta su una
piattaforma, e impilarli nella propria parte del campo di
gioco; il tutto cercando contemporaneamente di ostacolare il
robot avversario (ad esempio abbattendo la sua pila di
contenitori) e di evitare, a sua volta, di essere contrastato.
E tutto questo… in meno di due minuti!
In Italia una delle più interessanti iniziative è la Robofesta,
organizzata dal liceo scientifico Pacinotti di Roma.
Battaglie radiocomandate
Purtroppo per realizzare un robot autonomo occorrono
conoscenze molto specializzate, attrezzature sofisticate,
e…. parecchio denaro! Perciò molti appassionati di robot
si orientano verso le competizioni per robot teleoperati,
più semplici ed economici da realizzare.
Esistono moltissime manifestazioni dedicate a questo tipo di
robot; le più famose sono l’inglese Robot Wars e la statunitense
BattleBots: in entrambe lo scopo dei robot è quello di mettere
fuori combattimento (possibilmente in via definitiva…) gli
avversari.
Meno cruente, ma non meno difficili, sono le competizioni
di sumo robotico, nelle quali due robot teleoperati
(ma possono anche essere autonomi…) si affrontano in un
piccolo ring circolare detto dohyo con lo scopo di spingere
l’avversario fuori dal ring e segnare così un punto
(detto yuko). Le competizioni di sumo robotico sono diffuse
in tutto il mondo, poiché richiedono robot non molto
complessi e hanno regole semplici. Tuttavia esse nascono
da uno sport umano tipicamente giapponese (il sumo, appunto)
e ancora oggi la più grande manifestazione di
questo tipo è il torneo FSI-All Japan Robot-Sumo Tournament
che si tiene in Giappone.
Questo articolo è stato preso da:
De Agostini edicola