Il flautista, l’anatra e il tamburino.

La storia degli automi ha una figura di spicco: Jaques Vaucason (1709-82)
Vaucason lavorò per tutta la vita alla costruzione di un uomo artificiale, probabilmente dotato di parola, sicuramente dotato di un apparato circolatorio, che doveva essere realizzato in un materiale il più possibile vicino a quello umano. Tutti i tentativi, però, andarono falliti e la sua fama arriva fino a noi per le sue tre creature, realizzazioni sbalorditive per la storia del tempo.
Il flautista, presentato ufficialmente all’Hotel Langueville l’11 febbraio 1738, ebbe un enorme e meritato successo. Gli automi del Cinquecento e Seicento suonavano perché avevano nel corpo un organetto, nella realizzazione di Vaucasson, invece, era l’automa stesso a suonare il flauto.
L’automa era dotato di un motore a pesi e di quattro meccanismi: uno apriva la  bocca, il secondo la chiudeva, gli altri assicuravano i movimenti combinatori. Il flusso d’aria, necessario alla produzione del suono, veniva comandato da un meccanismo interno, poi dalla lingua, e successivamente dalle labbra. I flussi potevano essere deboli, medi e forti, grazie ad un mescolatore era possibile dosare in funzione della tonalità. Contemporaneamente, tre comandi per la mano sinistra e quattro per la mano destra trasmettevano istruzioni alle dita del flautista che si muovevano sullo strumento.

Schema del flautista. Ricostruzione in base al prospetto del 1738 e allo schema di Edmond Droz pubblicato in Les Automates di A. Chapuis e E. Droz.

Le “canard” venne ufficialmente descritto alla fine del 1738. L’anatra meccanica imitava i movimenti dell’animale vero, mangiava il cibo e, fatto del tutto eccezionale, lo “digeriva” e lo eliminava sottoforma di poltiglia. (Ricordiamo che a quel tempo il fenomeno della digestione non era conosciuto).
L’apparizione dell’anatra meccanica destò interesse e curiosità enormi.


Anatra Meccanica

Più tardi, però, si scoprì che la digestione dell’automa era un “bluff” dell’inventore. A scoprire “l’inganno” fu uno scrittore appassionato di automi, che si rese conto che il cibo inghiottito dall’anatra non finiva nell’intestino, ma in una scatola più in basso. La poltiglia, risultato della digestione, era preparata in precedenza e restava sempre separata dal cibo.

Guarda il meccanismo di digestione dell’anatra – animazione Flash dei particolari

Il tamburino, che suonava anche lo zufolo, non ebbe mai un grande successo, probabilmente anche per la sua somiglianza col flautista.

Fonti:
» Gian Paolo Cesarini – I FALSI ADAMI. Feltrinelli, 1969.
»  Le site des androides e des animaux artificiels
» TRECCANI scuola

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.