I giusti fra noi, non piu’ ne’ meno numerosi che in qualsiasi altro gruppo umano, hanno provato rimorso, vergogna, dolore insomma, per la colpa che altri e non loro avevano commessa, ed in cui si sono sentiti coinvolti, perche’ sentivano che quanto era avvenuto intorno a loro, ed in loro presenza, e in loro, era irrevocabile. Non avrebbe potuto essere lavato mai piu’; avrebbe dimostrato che l’uomo, il genere umano, noi insomma, eravamo potenzialmente capaci di costruire una mole infinita di dolore; e che il dolore e’ la sola forza che si crei dal nulla, senza spesa e senza fatica.
Basta non vedere, non ascoltare, non fare.
(Da Primo Levi, I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino 1986, pp. 66-67, ora anche in Primo Levi, Opere II, Einaudi, Torino 1997, pp. 1057-1058)
Educarsi alla pace 3 – 15 maggio 2004
Centro di ricerca per la pace di Viterbo