Telecomunicazioni
Definizione
Le telecomunicazioni sono la comunicazione a distanza (tele) tra persone per mezzo di dispositivi tecnici di trasferimento dell’informazione oggetto della comunicazione tramite segnali. La relativa industria delle telecomunicazioni fa parte, insieme all’informatica, dell’attuale società (società dell’informazione). Determinante è l’influsso delle moderne telecomunicazioni nella cosiddetta “New economy”.
Storia
Durante la storia, l’informazione ha cambiato forma e in epoca moderna è trasferita prevalentemente nella forma di segnale elettrico o elettromagnetico, ma le prime telecomunicazioni possono essere considerate quelle utilizzanti segnali di fumo o di tamburi. Le prime forme di telecomunicazioni includevano i segnali di fumo e i tamburi. I tamburi erano utilizzati dai popoli in Africa e Sud America, mentre i segnali di fumo sono stati introdotti dagli indiani di Nord America e dai cinesi.
Nel 1792 un ingegnere francese, Claude Chappe, costruì il primo telegrafo ottico tra Lilla e Parigi. Questo sistema di comunicazione necessitava di operatori con competenze molto elevate e costose torri per le antenne, spesso ad intervalli tra i 10 ed i 30 chilometri. Di conseguenza l’ultima linea commerciale fu abbandonata nel 1880. Il primo telegrafo elettrico commerciale fu costruito da Sir Charles Wheatstone e Sir William Fothergill Cooke ed inaugurato il 9 aprile 1839. Sia Wheatstone che Cooke consideravano il loro dispositivo un miglioramento del telegrafo elettromagnetico esistente e non un nuovo dispositivo. Dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, Samuel Morse sviluppò indipendentemente una versione del telegrafo elettrico, dimostrata senza successo il 2 settembre 1837. Poco dopo, Morse venne affiancato da Alfred Vail, che sviluppò il registro, ossia un terminale per il telegrafo che integrava un dispositivo utile a registrare i messaggi su carta. Questo dispositivo fu dimostrato con successo il 6 gennaio 1838. Il primo cavo telegrafico transatlantico fu completato il 27 luglio 1866, consentendo così per la prima volta telecomunicazioni transatlantiche. Grazie alle sue doti d’affidabilità e semplicità, il telegrafo è stato, fino ai primi decenni del Novecento, il mezzo di telecomunicazione più diffuso presso gli uffici postali.
Il telefono fu inventato nel 1849 da Antonio Meucci. L’apparecchio da lui ideato fu il primo in grado di trasmettere la voce su una linea elettrica. Nel 1876, Alexander Bell creò in maniera indipendente un dispositivo simile a quello di Meucci, ma migliorato in alcuni aspetti. Bell brevettò il suo telefono (a differenza di Meucci che non fu mai in grado di farlo per problemi economici) e diede l’impulso decisivo alla nascita della telefonia. I primi servizi telefonici commerciali furono inaugurati nel 1878 e nel 1879 sui due lati dell’Atlantico, nelle città di New Haven e Londra.
Nel 1832, James Lindsay diede una dimostrazione in classe della telegrafia senza fili ai suoi studenti. Nel 1854 egli fu in grado di dimostrare una trasmissione attraverso l’estuario del Tay da Dundee a Woodhaven, su una distanza di due miglia, usando l’acqua come mezzo di propagazione. Nel dicembre del 1901, Guglielmo Marconi stabilì una comunicazione senza fili tra St. John’s (Canada) e Poldhu (Inghilterra), ottenendo il premio Nobel per la Fisica nel 1909 (che divise con Karl Braun).
Il 25 marzo del 1925, John Logie Baird per la prima volta dimostrò la trasmissione d’immagini in movimento rappresentanti delle silhouette al centro commerciale londinese Selfridges. L’apparecchio di Baird si basava sul disco di Nipkow e divenne quindi noto come televisione meccanica; tale dispositivo pose le basi per gli esperimenti di trasmissione della BBC (British Broadcasting Corporation), iniziati il 30 settembre 1929. Tuttavia, la gran parte delle televisioni del XX secolo si basa sul tubo catodico inventato da Karl Braun. La prima versione di tale televisione in grado di ottenere risultati promettenti fu prodotta da Philo Farnsworth e dimostrata alla sua famiglia il 20 settembre 1927.
L’11 settembre 1940, George Stibitz riuscì per la prima volta ad inviare un problema usando la telescrivente al Calcolatore di Numeri Complessi a New York e ricevere il risultato al Dartmouth College in New Hampshire. Questa configurazione, che prevedeva un computer centrale e terminali remoti privi di capacità di calcolo, rimase popolare per tutti gli anni cinquanta. Tuttavia, non fu prima degli anni sessanta che i ricercatori cominciarono ad investigare la commutazione a pacchetto, una tecnologia che consentiva di inviare piccole quantità di dati a diversi computer, senza passare per un computer centrale. Una rete di quattro nodi venne per la prima volta realizzata e testata il 5 dicembre 1969; questa rete prese in seguito il nome di ARPANET e nel 1981 arrivò a mettere in comunicazione 213 nodi. Lo sviluppo di ARPANET si basò sul meccanismo delle RFC (Request For Comments, Richiesta di commenti) ed il 7 aprile 1969 fu pubblicata la RFC 1.Questo processo è importante poiché ARPANET in seguito si fuse con altre reti per dare vita ad Internet; numerosi protocolli su cui oggi Internet si basa furono specificati mediante il meccanismo delle RFC. Nel settembre del 1981, la RFC 791 introdusse l’Internet Protocol versione 4 (IPv4) e la RFC 793 introdusse il Transmission Control Protocol (TCP), dando così vita al protocollo TCP/IP su cui poggia la gran parte di Internet. Tuttavia, non tutti gli sviluppi importanti di Internet avvennero tramite le RFC. Due popolari protocolli di livello 2 per reti locali (LAN, Local Area Network) comparvero negli anni settanta. Il 29 ottobre 1974, Olof Soderblom richiese di brevettare per il protocollo token ring; nel luglio 1976, un articolo sul protocollo Ethernet fu pubblicato da Robert Metcalfe e David Boggs per la rivista Communications of the ACM.
Influenza sulla società
Le telecomunicazioni sono una parte importante di numerose società moderne. L’esistenza di una buona infrastruttura di telecomunicazioni è largamente riconosciuta come un successo importante di un paese, sia a livello microeconomico che macroeconomico.
A livello microeconomico, numerose compagnie hanno sfruttato le telecomunicazioni per costruire imperi economici, come è evidente ad esempio nel caso del portale di vendita su internet Amazon.com. Gli osservatori hanno notato che anche catene tradizionali, come Wal-Mart o Ikea, hanno tratto benefici dal possedere una rete di telecomunicazioni superiore a quella dei loro concorrenti. Nella moderna società occidentale, l’utilizzo delle telecomunicazioni è fondamentale anche nelle attività di tutti i giorni, come ad esempio prenotare una pizza per telefono o chiamare l’idraulico. Anche comunità relativamente povere, ricorrono oggi alle telecomunicazioni per migliorare la loro vita quotidiana. Nel distretto di Narshingdi, in Bangladesh, gli abitanti di villaggi isolati utilizzano i telefoni cellulari per parlare direttamente con i grossisti ed ottenere prezzi migliori per le loro merci. In Costa d’Avorio i coltivatori di caffè utilizzano telefoni cellulari in comune per seguire le variazioni orarie del prezzo del caffè e vendere al prezzo migliore.
A livello macroeconomico, nel 2001 Lars-Hendrik Röller e Leonard Waverman hanno suggerito l’esistenza di un legame causale tra l’esistenza di una buona infrastruttura di telecomunicazioni e crescita economica. Pochi ormai negano l’esistenza di questo legame, anche se alcuni non concordano sulla sua natura causale. Tuttavia, il fatto che le economie traggano benefici da una buona infrastruttura di telecomunicazioni. Ciò deriva dal fatto che l’accesso ai mezzi di telecomunicazione non è ugualmente suddiviso tra la popolazione mondiale. Una ricerca del 2003 a cura dell’International Telecommunication Union (ITU) ha rivelato che circa un terzo della nazioni ha meno di un abbonato alla telefonia cellulare per ogni 20 abitanti e circa un terzo delle nazioni ha meno di un abbonato alla rete fissa ogni 20 abitanti. Per quanto riguarda l’accesso Internet, circa metà delle nazioni ha meno di una persona su 20 che goda di un accesso ad Internet. Da queste informazioni e da dati provenienti dalle scuole, l’ITU ha compilato l’Indice d’Accesso Digitale (Digital Access Index), che misura la capacità totale di un cittadino di accedere ed usare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Utilizzando questo parametro, nazioni come la Svezia, la Danimarca e l’Islanda ricevono il voto più alto, mentre al fondo classifica si piazzano paesi africani come il Niger, il Burkina Faso ed il Mali.
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