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VISITA ALL’ARCHIVIO DI STATO DI RAVENNA.

Fare una ricerca in archivio puo’ essere un’avventura affascinante, una vera e propria esplorazione in un territorio sconosciuto e pieno di sorprese. Partendo, non dovremo dimenticare di portare con noi gli strumenti essenziali per orientarci, per decifrare i messaggi in codice, per leggere i segnali nascosti, per distinguere cio’ che e’ rilevante da cio’ che non lo e’.
    L’orientamento: le guide, gli inventari, i repertori, gli indici, gli spogli, sono le mappe che ci indicano i grandi percorsi, da cui si diramano i sentieri che potremo seguire. Questi strumenti non sono organizzati in modo tematico, come il "catalogo a soggetto" di una biblioteca, ma per "fondi archivistici". Essi descrivono, cioe’, quegli insiemi di documenti prodotti da istituzioni pubbliche, enti o privati nel corso della loro attivita’. La prima regola sara’ dunque: individuare i legami fra cio’ che cerchiamo e i fondi conservati nell’Archivio.
   Il codice: non sempre i documenti sono scritti nel modo che ci e’ oggi familiare. Anche la scrittura ha avuto un’evoluzione Un documento del XIII secolo avra’ una scrittura diversa da un documento del XVIII secolo, ed entrambe saranno diverse dalla nostra.
    La paleografia ci aiutera’ a comprenderle.
    I segnali nascosti: per comprendere il messaggio contenuto nel documento dovremo capire il suo particolare modo di esprimersi. Non dimenticare mai che non siamo noi i suoi destinatari ! Esso e’ stato scritto per parlare agli uomini del suo tempo, per essere utilizzato da loro nei loro rapporti. Noi invece vi cerchiamo informazioni di tutt’altro genere: per ricostruire una storia, per capire un avvenimento, un fenomeno, una mentalita’, ecc. Ma il documento rimarra’ muto con noi se noi non comprenderemo il suo linguaggio, nascondera’ i suoi tesori di informazione in parole che ci sembreranno quasi incomprensibili ed inutili.
     
Dove e perche’? Una volta che avremo trovato cio’ che cercavamo, facciamo bene attenzione. E’ necessario tenere desta la nostra astuzia critica e non farci ingannare: chiediamoci non solo se l’informazione e’ vera o falsa ma anche perche’ e’ contenuta dove l’abbiamo trovata, che significato aveva quando e’ stata scritta, per quale motivo e’ stato fatto il documento o i documenti in cui l’abbiamo trovata, come mai sono stati conservati e non distrutti. Le stesse domande, in negativo, dovremo farcele se la nostra ricerca non dara’ buon esito: le assenze, talvolta, non sono meno significative delle presenze.

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