Debutta in Italia la vetrina interattiva

MILANO -La vetrina che «dialoga» con il passante: dopo New York e Parigi, approda a Milano. Verrà inaugurata il 12 aprile, in corso Europa, dove nascerà il primo negozio monomarca Stonefly, azienda leader nella produzione di calzature innovative.

Funziona così: una vetrata opaca nasconde l’interno del negozio. Appena qualcuno si avvicina “si alza” il sipario e come per magia diventa trasparente. Il progetto è curato da Alberto del Biondi Industria del Design e punta a «creare uno spazio tra il negozio e l’esterno non più percepito come barriera bensì come l’anticipazione di una shopping experience» spiega lo stesso del Biondi.

COME FUNZIONA – L’effetto è creato da un pannello composto da un film a cristalli liquidi, laminato tra due lastre di vetro. Questo film si mantiene opaco (bianco latte) in assenza di campo elettrico, impedendo completamente la visibilità. L’arrivo di un passante viene rilevato da un sensore che attiva una piccola carica elettrica provocando l’allineamento delle molecole di cristalli liquidi e di conseguenza il passaggio dei raggi luminosi.

A NEW YORK E LOS ANGELES – Un sistema simile è stato adottato dagli avveniristici “epicentri” Prada a Los Angeles e New York: attorno ai camerini ci sono vetri che da trasparenti diventano opachi non appena qualcuno vi accede. Ogni camerino inoltre è dotato di monitor: quando il cliente entra con il capo da provare – grazie al sistema Rfid – compare il video della sfilata, e si può navigare alla ricerca di taglie, colori e materiali disponibili. Dall’esterno la commessa può fare proposte di abbinamento attraverso il monitor. Al posto dello specchio c’è un altro display, più grande, su cui viene proiettata l’immagine del cliente che si vede così contemporaneamente di fronte, di spalle e mentre si volta.

PARIGI – Microtelecamere e display sono gli ingredienti anche del ritratto interattivo installato nella vetrina del negozio di moda di Parigi Onward, durante il periodo natalizio. Quando il passante si avvicinava al negozio, il ritratto cambiava espressione, rispondendo in modo provocatorio: con una linguaccia, un bacio o altro. La vetrina “vede” chi passa attraverso una webcam, poi l’immagine viene elaborata da un software che “ordina” di cambiare il soggetto proiettato sulla vetrina. Un dispositivo messo a punto da Flavia Sparacino, ricercatrice palermitana al Massachusetts Institute of Technology e responsabile di Sensing Places, il gruppo che distribuisce nel mondo le invenzioni del Mit nel campo dell’interazione uomo- macchina.

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