OSTAGGI IN IRAQ: BERLUSCONI, RILASCIO IMMEDIATO E SENZA CONDIZIONI
BAGHDAD – L’orrore, lo sgomento e la rabbia per la barbara esecuzione di Fabrizio Quattrocchi hanno dominato una lunghissima giornata vissuta nella vana attesa di qualche novita’ positiva sulla sorte degli altri tre ostaggi italiani sequestrati in Iraq. I canali attivati dalla Farnesina, a Baghdad, Teheran e Damasco, restano aperti.
Berlusconi ha mandato in Iraq il suo consigliere diplomatico. In serata, rientrato a Palazzo Chigi dalla Sardegna, ha presieduto un vertice con i ministri Martino e Pisanu, al termine del quale ha ribadito l’impegno ”ad operare in tutte le direzioni praticabili” per il rilascio immediato e senza condizioni degli ostaggi italiani in Iraq. E ha aggiunto che in questo momento c’e’ ”la necessita’ della massima responsabilita’ e riservatezza” perche’ ci si trova in una ”fase delicata”.
La linea della fermezza, definita ieri dal Consiglio Supremo di Difesa, dunque resiste: il governo resta impegnato a fare ogni sforzo per salvare la vita dei sequestrati, ma senza cedere al ricatto dei terroristi.
Occorre dialogare, ha ribadito stamani il presidente della Repubblica Ciampi, per non lasciare nulla di intentato, ma restando coerenti con gli impegni assunti e con gli obiettivi che l’Italia si propone di perseguire attraverso il coinvolgimento delle Nazioni Unite. Insomma, e’ impensabile prendere in considerazione l’ipotesi di ritirare i nostri soldati, impegnati ad assistere la popolazione e a favorire l’evoluzione verso un governo civile iracheno assistito da forze di stabilizzazione multilaterali.
Su questa linea, il presidente delle Camera Casini invoca la responsabilita’ comune di maggioranza e opposizione, nella distinzione dei ruoli, ma nello spirito dell’unita’ nazionale.
15/04/2004 21:45
fonte www.ansa.it
ciao da SBOBBA
Noi crediamo che se questi ostaggi fossero parenti del Premier o di altri politici importanti sarebbero già tornati in italia, egli,avrebbe fatto di tutto per farli ritornare in patria anche se gli altri politici erano in disaccordo. by salwa and mastrogepp
secondo noi, se gli otaggi fossero stati parenti del premier o di altri politici importanti, non avrebbero fatto ritirare l’esercito italiano in qualsiasi modo(come è successo al giappone), perchè i nostri capi del governo non avrebbero saputo cosa fare e non lo sanno tuttora.
by Carota, soloJACK e FCgreat