Ciao, siamo Benny e Vonnie. Oggi vi parliamo dei primi appunti riguardanti i robot…
Leonardo fu il primo a progettare un robot. Secondo Da Vinci il robot doveva essere in grado di eseguire non solo servizi domestici, ma anche operazioni militari. Il genio toscano si dedicò allo studio di un robot umanoide intorno al 1495, dopo aver attentamente analizzato l’anatomia umana e la cinetica. Non sappiamo se Leonardo riuscì effettivamente a costruire il robot, ma dai suoi appunti conosciamo l’aspetto che doveva avere l’automa: una massiccia armatura da cavaliere in stile italo -tedesco. Il robot poteva alzarsi, muovere le mani e girare la testa. Un sofisticato meccanismo di percussioni collocato all’altezza del petto, consentiva all’umanoide di emettere suoni dalla bocca: la mascella, tra l’altro, poteva effettuare movimenti di apertura e di chiusura. Piccoli meccanismi di alta precisione, collegati tra loro all’interno dell’armatura, permettevano alle braccia di muoversi contemporaneamente e di azionare spalle, gomiti e polsi. Il movimento delle gambe era invece determinato da un sistema di corde che teneva uniti anca, ginocchio e caviglia. L’intuizione lungimirante di Leonardo, a proposito di questo androide, fu quella di creare una rete di "giunti" correlati, punti nodali che consentono i movimenti di articolazione delle diverse parti del corpo. Le più recenti sperimentazioni legate ai robot umanoidi, infatti, raccolgono questa intuizione. Il sistema a rete, inoltre, oggi tocca anche ipotesi e progetti di "intelligenza artificiale": neuroni al silicio, collegati tra loro, ricalcano le funzioni di elaborazione delle cellule cerebrali. Il tutto finalizzato, proprio come nelle intenzioni di Leonardo, a far risparmiare tempo e fatica all’uomo. Non a caso la parola "robot" deriva dal ceco "robota", che significa "lavoro forzato".
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