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Battlefield bad company 3:
Battlefield 3 rappresenta la nuova generazione degli sparatutto grazie alla potenza del Frostbite™ 2, il nuovo motore creato da DICE. Questa tecnologia straordinaria permette a Battlefield 3 di offrire una grafica incredibile, un grande senso di scala e di distruzione, audio dinamico e fantastiche animazioni dei personaggi. Difatti tempo prima proprio Fredrik Liliegren che è stato il presidente e l’amministratore delegato di DICE dal 1998 al 2000: nonostante non sia più coinvolto in modo diretto nello sviluppo della saga di Battlefield, avendo stretto in questi anni un fortissimo legame con il quadro dirigenziale e con gli sviluppatori della famosa sussidiaria svedese di Electronic Arts, è una delle persone più informate su come stanno andando avanti i lavori su Battlefield 3. In una recente intervista ha dichiarato: Non avendo esperienza di sviluppo di campagne in modalità single player(modalità storia), il primo Bad Company era piuttosto fragile da quel punto di vista, ma con Bad Company 2 hanno imparato la lezione e, sapientemente, sapranno tirare fuori qualcosa di molto buono. Per quanto riguarda invece Battlefield 3 su PC, non posso rivelare molto al riguardo visto che EA e DICE hanno imposto un fortissimo embargo. Una cosa però posso dirla: sarà un vera e propria ventata di novità nel settore, qualitativamente sarà inarrivabile dalla concorrenza e questo i fan lo percepiranno a colpo d’occhio. Nemmeno Modern Warfare 2 potrà essere paragonato a questo titolo, offrirà un’esperienza di gioco che spazzerà via tutto il resto.” Battlefield Bad Company 3 uscirà su XBox 360, Playstation 3 e PC. Questo gioco è atteso per il prossimo autunno. Ci sono comunque stati problemi a riguardo,infatti Alan Kerz, designer di Bad Company, aveva sostenuto che “i giocatori su PC temono che anche Battlefield 3 verrà ‘consolizzato’. Vorrei dire che sappiamo benissimo che i videogamers su PC hanno un loro tipo particolare di standard qualitativo e che sono ovviamente contrariati ogni volta che qualcuno si limiti a convertire pari pari sulla loro piattaforma un gioco da console. Non è semplicissimo accontentarli, a causa delle loro alte aspettative…”
Ad ogni modo non ci resta che aspettare l’uscita di questo gioco, e soprattutto di scoprire se le affermazioni fatte dai produttore sono vere.
Fonti: Wikipedia, Alcuni blog, e il mio forum
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Scopritore delle leggi di trasmissione dell’elettricità nei corpi conduttori. Formulò, inoltre, la famosissima legge che tutt’ora porta il suo nome
( 16/05/1787 – 06/07/1854)
Georg Simon Ohm nacque a Erlangen (Germania) il giorno 16 marzo 1789. Veniva da una famiglia protestante. Suo padre, Johann Wolfgang Ohm era un fabbro mentre sua madre, Maria Elizabeth Beck, era la figlia di un sarto. Sebbene i suoi genitori non erano stati educati formalmente, il padre di Ohm era un uomo piuttosto straordinario che si era educato a un alto livello ed era in grado di dare ai suoi figli un’eccellente educazione attraverso i propri insegnamenti. Con tutti i fratelli e le sorelle di Ohm che erano nati egli avrebbe voluto formare una grande famiglia, ma, come era comune a quei tempi, parecchi bambini morirono nella loro infanzia. Dei sette bambini nati a Johann e Maria Ohm solo tre sopravvissero, Georg Simon, suo fratello Martin, che proseguì per diventare un famoso matematico e sua sorella Elizabeth Barbara.
Quando erano bambini, Georg Simon e Martin furono istruiti dal padre che li portò ad un alto livello nella matematica, nella chimica, nella fisica e nella filosofia. Questo fu in totale contrasto con la loro educazione scolastica.
Georg Simon entrò nell’ Erlangen Gymnasium all’età di undici anni ma qui ricevette poco nella strada per la formazione scientifica. Di fatto questa parte formale del suo insegnamento fu uno stressante apprendimento senza ispirazione da testi rovinati e mal interpretati. Questo contrastò con l’ispirata istruzione che i due ragazzi ricevettero dal padre che lì portò ad un livello di matematica che indusse un professore dell’università di Erlangen, Karl Christian von Langsdorf a compararli alla famiglia Bernoulli. E’ notevolmente sottolineato il meraviglioso successo di Johann Christian Ohm, un uomo completamente autodidatta, per essere stato in grado di dare ai suoi figli una così pura educazione scientifica e matematica. Dopodichè Frequentò l’università di Erlangen. Nel 1817 divenne professore di matematica nel collegio gesuitico di Colonia,nel 1833 ottiene la cattedra al politecnico di Norimberga e nel 1852 diventa professore di fisica sperimentale all’università di Monaco, dove fece i propri i esperimenti. Poi a Berlino fa delle ricerche sull’energia elettrica, e fra i lavori più importanti ricordiamo: Die galvanische Kette mathematisch bearbeitet(1827), questo naturalmente ha portato un notevole sviluppo negli studi dell’energia elettrica. Nel 1854 muore a Monaco per malattia. Il fisico si interessò molto di acustica e ottica e, come ho già detto di esperimenti sull’energia elettrica. Definì in modo coerente i concetti di carica elettrica, forza elettromotrice e intensità di corrente, e formulò le leggi sperimentali che oggi portano il suo nome. A Ohm è intitolata l’unità di misura della resistenza nel sistema internazionale.
La prima, generalmente nota come legge di Ohm, stabilisce che (a temperatura costante) vi è proporzionalità diretta tra la differenza di potenziale applicata agli estremi di un conduttore e l’intensità della corrente che lo attraversa. Il coefficiente di proporzionalità è la resistenza del conduttore. La seconda legge di Ohm afferma che la resistenza di un filo conduttore è direttamente proporzionale alla sua lunghezza e inversamente proporzionale all’area della sua sezione trasversale.
L’equazione indicata è semplicemente una forma dell’espressione che definisce il concetto di resistenza ed è valida per tutti i dispositivi conduttori.
La sua legge deve il proprio nome, ed è descritta dalla relazione matematica:
Da questa, si dimostra la seconda Legge di Ohm, per la quale la potenza elettrica è proporzionale alla seconda potenza della corrente elettrica (dove la resistenza del circuito è normalmente un dato noto e costante):
,
essendo per definizione .
Differenza Tra volt, ampere, watt e ohm:
-I Coulomb, le cariche elettriche, sono l’acqua di un grande lago in montagna
-i Volt rappresentano l’inclinazione del fiume che esce dal lago
-gli Ohm gli ostacoli al passaggio dell’acqua, o le perdite di acqua del fiume, la resistenza.
-Gli Ampere la Quantità d’acqua risultante dalla inclinazione del fiume diviso la resistenza al passaggio dell’acqua, Volt/Ohm, o anche un coulomb al secondo
-i Watt la potenza finale, risultante dall’inclinazione del fiume per la quantità d’acqua che scorre, Volt x Ampere
-infine c’è il wattora, o kilowattora, che misura una cosa differente dal watt,
il watt misura la potenza, il wattora l’energia prodotta, potenza x tempo.
Da questo possiamo dedurre che: un fiume inclinato 1 Volt e con la resistenza di 1 Ohm, trasporta 1 Ampere, cioè la quantità di 1 Coulomb ogni secondo, e ha la potenza di 1 Watt.
Dopo il successone del primo modello: Ipad cioè un dispositivo che ci permette di leggere in comodità ogni tipo di libro, riviste ecc…, ritorna questa volta il secondo modello che a quanto dicono le informazioni arrivate dalla Cina il dispositivo sarà munito di un Display Retina ( lo avete sentito? Già propio quello montato su iphone 4), ma a quanto pare questa volta migliorato allegerendo la fibra di carbonio così da renderlo meno pesante e il display cmbierà addirittura del tutto. Un’altra miglioria sarà anche il giroscopio a tre assi, avendo così la possibilità di scattare foto, fare video, e perciò rientrarà sicuramente nella famiglia degli Mac, iPhone, iPod, ed iPad, non manca più nessuno. Inoltre ci sarà la porta “usb” che andrà a sostituire il famoso ingresso “dock”. Si è parlato anche della nuovissima innozazione della webcam frontale che si va ad aggiungere alla innovazione dello scattare foto e fare video. Ci sono anche delle critiche sull’ipad, infatti come tecnologia è innovativa da una parte, però non permette di telefonare o inviare messaggi. Spero di avere risolto abbastanza curiosità per quanto riguarda questa nuova innovazione, intanto vi lascio dicendovi che l’ipad 2 uscira entro la primavera del 2011!
Ipad 2: Ci farà sognare! Leggi tutto »
Versione testata: PlayStation 3
Medici, preti, barbieri, cortigiane e chi più ne ha, più ne metta: sono questi i protagonisti della modalità multiplayer di Assassin’s Creed Brotherhood, inizialmente considerata poco più di un “contentino” rispetto alla promettente campagna in single player, ma col passare del tempo sempre più sponsorizzata da Ubisoft. E a ragione. Giocabile già nei padiglioni del Tokyo Game Show 2010, la versione beta del multiplayer arriva in anteprima anche per gli abbonati al servizio PlayStation Plus, che da lunedì possono prendere confidenza con la modalità “Ricercato” e con i vari personaggi prima dell’apertura ufficiale dei test, prevista per il 4 ottobre, dove Multiplayer.it darà le chiavi in esclusiva online.
L’assassino è il maggiordomo
Come ci è stato detto da Stephane Baudet (creative director della componente multiplayer di AC Brotherhood) durante la presentazione del gioco in quel di Tokyo, le modalità online saranno caratterizzate dalla presenza di quindici personaggi differenti, che si distinguono però solo per l’aspetto: si tratta a tutti gli effetti di semplici “skin”, dunque ogni giocatore avrà a disposizione le medesime capacità, con l’unica variante delle abilità speciali che sarà possibile acquisire grazie ai punti esperienza (e al conseguente cambio di livello). Scaricata la beta e il relativo aggiornamento (di già!), abbiamo completato rapidamente il breve tutorial e ci siamo quindi buttati a capofitto in una serie di partite pubbliche. Già in questa versione preliminare è possibile creare da zero un match e riservare tutti gli altri slot per i propri amici, ma allo stesso tempo il sistema si dimostra piuttosto flessibile e intelligente, unendo due o più sessioni differenti per raggiungere in fretta il massimo numero di giocatori possibile (otto). Di certo il matchmaking non potrà esprimersi al meglio prima dell’apertura ufficiale della beta, e infatti abbiamo impiegato un bel po’ di tempo per trovare le prime partite. Tuttavia, una volta dentro un gruppo risulta difficile uscirne, nel senso che al termine di ogni match è possibile selezionare immediatamente l’opzione “rivincita” senza dover effettuare una nuova ricerca.
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La cortigiana al medico: “giochiamo al dottore?”
Inizialmente sono otto i personaggi disponibili nella beta: il terribile Medico dal volto nascosto, che trafigge le proprie vittime utilizzando enormi siringhe; la Cortigiana, abile tanto nel mestiere più antico del mondo quanto nei panni di silenziosa assassina; il Boia, che spicca di certo tra la folla e combatte utilizzando una grossa scure; il Barbiere, un artista dell’assassinio che alle sue vittime fa pelo e contropelo; il Ladro, che cammina a testa bassa ma al momento opportuno può fulminare il proprio avversario; il Nobile, un individuo odioso che dà ben poca importanza alla vita altrui; l’Ingegnere, bravo nel costruire edifici quanto nel distruggere l’esistenza delle sue vittime; il Prete, un ex uomo di fede che ora dispensa unicamente l’estrema unzione.
L’assassino è il maggiordomo
A questi loschi figuri si aggiunge la Contrabbandiera, scaltra e letale, da sbloccare una volta raggiunto il livello diciassette. A proposito di livelli, nella beta sono disponibili solo i primi venti (sui cinquanta presenti nella versione finale) e si sbloccano guadagnando punti esperienza durante le partite. Badate bene, in ogni match non è la mera uccisione a produrre punti, ma anche e soprattutto il completamento delle proprie missioni con stile: se uccidiamo la nostra vittima silenziosamente, guadagniamo più punti rispetto a un inseguimento rocambolesco; e allo stesso modo, una serie ininterrotta di uccisioni fungerà da moltiplicatore. I vantaggi del livellaggio sono chiari: a ogni nuovo step guadagnano abilità extra, attive e passive, che possiamo collocare negli appositi slot di ogni profilo disponibile. Anche la disponibilità di più profili va sbloccata, nell’ottica di creare combinazioni differenti da utilizzare a seconda dello scenario: se i nostri avversari amano correre, meglio optare per il potenziamento “accelerazione” e per le bombe fumogene da dispensare per fuggire dagli inseguitori; se invece il gruppo preferisce il ritmo lento e la strategia, cosa c’è di meglio di un’abilità di mimetizzazione (ce ne sono diverse) ed eventualmente di una bella pistola per colpire all’improvviso dalla distanza?
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Siamo tutti un po’ assassini
Le location inizialmente disponibili sono due: Roma e Castel Gandolfo, a cui si aggiungerà Siena (con la bellissima Piazza del Campo) probabilmente dopo l’apertura ufficiale della beta. Stesso discorso per le modalità: al momento è possibile disputare partite solo in “Ricercato”, mentre più avanti arriverà la modalità “Alleanza”. Come abbiamo già avuto modo di scrivere, si tratta di due modalità piuttosto simili: nella prima ci si trova nel classico “tutti contro tutti”, con dieci minuti di tempo a disposizione per eliminare il maggior numero di bersagli designati cercando, al contempo, di evitare di essere uccisi a nostra volta; nella seconda si formano quattro squadre da due giocatori e dunque c’è un elemento di cooperazione, ma al contempo viene enfatizzata la componente strategica visto che sapremo di volta in volta chi sono i nostri inseguitori.
L’assassino è il maggiordomo
Ma torniamo alla prova: all’inizio della partita ogni giocatore deve scegliere un personaggio, e non ci possono essere “doppioni” perché è appunto sull’aspetto del nostro alter ego che si basano le meccaniche di gioco. Caricato lo scenario, si “nasce” in una posizione random all’interno della mappa e dopo pochi istanti ci viene assegnato il primo contratto di uccisione: il nostro bersaglio è il personaggio che compare in alto a destra dello schermo, e i quattro “slot” sotto la sua immagine indicano, illuminandosi, il numero di assassini che sono sulle sue tracce. Similmente, nell’angolo in alto a sinistra troviamo gli stessi “slot”, ma di colore rosso anziché blu. Quelli accesi indicano il numero di inseguitori alle nostre calcagna, a sottolineare il “doppio lavoro” che dobbiamo svolgere durante ogni turno: da un lato uccidere le nostre vittime prima degli altri, dall’altro evitare di essere uccisi. Come abbiamo scoperto fin dalle prime battute, adempiere a entrambi i compiti risulta piuttosto difficile. Un “radar” ci indica la direzione verso cui muoverci per avvicinarci al bersaglio di turno, ma l’identificazione dei nostri inseguitori avviene soltanto se questi si avvicinano correndo, dandoci in tal caso la possibilità di eseguire una manovra di stordimento o semplicemente di fuggire e nasconderci finché il loro contratto non scade. Non è possibile attaccare gli altri giocatori se non si tratta di quelli che abbiamo il compito di uccidere, e allo stesso modo, in pratica, non è possibile difendersi da chi a sua volta vuole eliminarci: non ci sono duelli e il sistema di combattimento si limita alla componente stealth già nota ai fan di Assassin’s Creed. Dunque o si uccide o si rimane uccisi, senza mezze misure.
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Impressioni preliminari
Dobbiamo ammetterlo: prima di provare la beta multiplayer di Assassin’s Creed Brotherhood eravamo piuttosto scettici sullo spessore di un’esperienza del genere. Questo sentimento ha caratterizzato anche l’approccio iniziale alle partite, visto che durante le prime fasi – come sempre accade – non eravamo che vittime sacrificali sull’altare di chi aveva già maturato un po’ di esperienza con il gioco e aveva dotato il proprio personaggio di qualche abilità extra. Tuttavia, acquisendo un po’ di esperienza e sbloccando armi e “profili” siamo riusciti a intravedere le potenzialità della modalità “Ricercato”, che a un certo punto finisce per coinvolgerti col suo ritmo e si trasforma in una sfida accesa e senza esclusione di colpi per determinare l’assassino più abile del gruppo.
L’assassino è il maggiordomo
Il sistema di punteggio e di livellaggio, dunque, funziona molto bene e costituisce un extra fondamentale nell’economia del multiplayer di AC Brotherhood. I meriti del prodotto Ubisoft risiedono però anche in una struttura e in una serie di meccaniche davvero interessanti e ricche di potenzialità, che ci permettono di giocare adottando l’approccio che riteniamo più opportuno (il che quasi sempre significa “muoversi” anziché “nascondersi”) e di sfruttare tutte le peculiarità delle mappe a nostro vantaggio. Baudet ci aveva accennato che durante le partite in multiplayer non sarebbe stato possibile scalare le torri, e nella beta si capisce subito che tale scelta è stata fatta per evitare tempi morti, nonché il cosiddetto “camperaggio”. Questo comunque non significa che il nostro personaggio sia vincolato a terra e non possa posizionarsi più in alto o più in basso dei propri bersagli, anzi le esecuzioni dall’alto si confermano un elemento importante e spettacolare della serie. I due scenari inizialmente disponibili, Roma e Castel Gandolfo, appaiono profondamente diversi nell’aspetto, ma sono entrambi caratterizzati da ottime scelte di design: il primo, interamente all’aperto, ci vede muoverci intorno a un mercato rionale, con i tetti delle case a fare da sfondo a frenetici inseguimenti; il secondo, quasi tutto al chiuso di una splendida residenza nobiliare (con tanto di festa da ballo al suo interno), si presta maggiormente alla strategia e alle meccaniche stealth. La realizzazione tecnica del gioco è come al solito straordinaria, specie nei suoi risvolti artistici e nella cura per i dettagli: il frame rate di trenta fotogrammi al secondo si concede qualche incertezza solo durante i rapidi cambi di inquadratura, i personaggi nascondono molto bene la generale semplicità dei loro modelli poligonali e la “vita” che caratterizza le città di Assassin’s Creed fin dal primo episodio è ancora ben rappresentata. Unico neo la chat vocale, che al momento tra “tonfi”, echi e suoni dirompenti risulta davvero inutilizzabile.
Di seguito un link x un video:
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