Da circa trent’anni si è avviata una nuova fase del progresso umano, “la rivoluzione informatica”. In brevissimo tempo i computers hanno avuto una enorme diffusione, specialmente da quando i grandi calcolatori, che occupavano almeno una stanza soltanto per contenere la memoria, sono stati sostituiti dai personal computers, dotati di software semplici da usare e di grande utilità per milioni di persone. La tecnologia informatica è in continua evoluzione e annualmente vengono “sfornati” centinaia di programmi e sempre nuovi sistemi accessori: pensiamo ai modem, con i quali possiamo collegarci via telefono con un qualsiasi computers, ovunque nel mondo; pensiamo ai lettori CD, sempre più sofisticati ed anch’essi ormai quasi superati; pensiamo, infine, ai programmi che ci consentono di “parlare” con i nostri computers usando la viva voce.
Pensiamo, ad esempio, agli innumerevoli vantaggi che porterà alla medicina e al progresso scientifico poter “viaggiare” all’interno del corpo umano per scoprire le cause delle malattie, per prevenirle e curarle, magari con la microchirurgia. Un’altra area applicativa è la telerobotica, che consente di pilotare strumenti nei luoghi altrimenti inaccessibili, come le profondità del mare o del sottosuolo, o lo spazio siderale; anche il settore della progettazione architettonica, dall’ingegneria civile ed edile all’arredamento, dal restauro di antichi e preziosi edifici alla costruzione di moderni e funzionali ambienti di vita e lavoro consente vaste applicazioni della realtà virtuale. Ma il campo in cui, certamente, essa ha avuto maggiore diffusione è quello del “gioco”: stando comodamente seduti in casa propria è possibile, attraverso i programmi interattivi, compiere viaggi in mondi “lontani” (nel tempo, nello spazio e nella realtà), immaginarsi diversi, pilotare automobili da corsa, aerei supersonici, astronavi, divenire eroi positivi, o negativi. Con la realtà virtuale, insomma, si apre all’uomo un mondo tutto nuovo, da scoprire o da creare a proprio piacimento, poiché non vi sono limiti , se non quelli della fantasia.
Gli uomini potrebbero divenire sempre più isolati, sempre più “chiusi” nelle loro case, nei loro microuniversi: in un mondo già abbastanza alienante per l’eccessiva velocizzazione dell’attività umana questa prospettiva è molto allarmante.Il problema è proprio questo: i computers, essendo essenzialmente “stupidi”, fanno solo ciò che l’uomo ordina loro di fare, ma gli uomini stanno cercando di renderli sempre più intelligenti ed autonomi, al punto da temere che un giorno comincino a “vivere” da soli! Non solo, gli uomini, nella ricerca di un benessere sempre più completo, si sono resi “dipendenti” da quegli stessi strumenti che avrebbero dovuto essere al loro servizio. Mi spiego meglio: i sistemi informatici, come ho già detto, regolano il sistema dei trasporti via aria e rotaia e questo ha reso più sicuro per l’uomo viaggiare su questi mezzi; ma se i sistemi che li regolano dovessero andare in tilt, come già successo (ma solo localmente) sarebbe del tutto impossibile muoverci, tranne che con le automobili, e non su autostrada! Non dobbiamo, dunque, dimenticare che il progresso deve servire all’uomo e non è l’uomo a dovere essere al servizio del progresso! Ogni scoperta scientifica, ogni gradino che l’uomo sale nella scala evolutiva, devono segnare un aumento del tempo a disposizione per se stessi, per sviluppare a pieno la propria personalità, per riappropriarsi di quello spirito che la civilizzazione ci ha tolto.
e soprattutto non dimenticare cos’è l’uomo: un essere naturalmente “sociale”, dotato “di forte intelligenza e capace di un linguaggio articolato”, in grado di modificare la realtà che lo circonda e di comunicare con i suoi simili. Ed è proprio la capacità di “comunicare” con i nostri simili che stiamo perdendo, persi dietro sogni fittizi ed avviati ad una schiavitù sempre più coatta, che noi stessi ci siamo creati, nei confronti di quegli strumenti che dovevano renderci più “liberi”.
fonte: enciclopeda dello studente (cd)