Approfondimenti

il codice stradale del ciclista

scopo della ricerca:

_conoscere ed esaminare il codice stradale del ciclista.

_imparare e apprendere per poi mettere in pratica l’adeguato comportamento che si usa andando in bicicletta.

il decalogo del ciclista urbano

1. la bicicletta è democratica e rispettosa. non fa rumore, non inquina e occupa poco spazio.

2.lo sportello dell’automobilista distratto, il pedone che scende dal marciapiede sono sempre in agguato. il ciclista si tiene alla larga dal ciglio della strada per difendersi.

3. alle biciclette è consentito di sorpassare a destra i veicoli fermi o in lento movimento

4. in città un andatura sostenuta ma senza eccessi offre piuù sicurezza di un incedere lento e l’automobilista ha più tempo per individuarlo.

5. il cicilista deve sempre rendersui visibile. buona parte degli incidenti derivano proprio dal non essere visti.

6. il ciclista deve sempre segnalarsi azando le braccia di lato per i cambi di direzione.

7. dove il traffico è intenso è meglio scendere dalla bici per utilizzare gli attraversamenti pedonali.

8. dove ci sono le piste ciclabili è fatto obbligo usarle.

9. la sicurezza del ciclista si basa sull’efficenza del mezzo, controllarlo sempre.

10. la bici è un bene prezioso, custodiscilo nel migliore modo.


cosa dice il codice della strada?

– la bicicletta deve avere un freno per ogni ruota, un campanello, un fanalino posteriore e anteriore. deve avere almeno setta catarinfrangenti, due per ogni pedale, uno per ogni ruota e uno postertiore.

– i ciclisti devono procedere su un unica fila, ai affiancati in numero superiore a 2.

– è vietato trainare veicoli, condurre animali e farsi trainare.

– i ciclisti devono condurre a mano la bici quando sono d’intralcio hai pedoni.

– è vietato trasportare altre persone sulla bicicletta.


guida sicura e difensiva del ciclista

il ciclista, come il pedone è potenzialmente un ottimo moderatore del traffico!

nel traffico ci sono 4 tipi fondamentali di guida: SICURA, PRICOLOSA, DIFENSIVA E OFFENSIVA.

Il codice della strada, non è sufficente ad originare i comportamenti scorretti nel traffico, consentendo di mettere in atto la 2 “guida difensiva”. la “guida sicura” del ciclista si avvale dei comportamenti corretti e virtuosi.

la “guida sicura” si avvale dell’uso degli altri numerosi accessori facoltativi.

questa è la nostra ricerca

Giorgia S. e Alice P.

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L’ aereoplano

L’aereoplano è nato ad imitazione del volo dell’ aquilone sfruttando la reazione dell’ aria sulla superficie piana delle ali.Anche l’ elica, era stata frutto da un idea di Leonardo da Vinci.Nel 1897 un francese,Clemente Ader, costrui un aereoplano che riproduce la forma di un pipistrello indiano e gli applica un motorino a vapore di 32 chili, e si alzò da terra per 30 cm.Otto Lilienthal costrui un apparecchio che i francesi chiamavano “planeur”, composto da 2 ali e 1 coda.Anche in Italia l’ aereonautica compie progressi: il primo aereoplano in Italia è quello dell’ ing. faccioli nel 1909 riusci a salire alcune centinaia di metri dal suolo.L’ anno dopo gli apparecchi CAPRONI e di MARCHETTI, due genialissimi costruttori, battono i primati di velocità e di altezza, salendo sopra i 2000 metri. Alla vigilia della guerra mondiale l’ areoplano vanta già dei grossi primata: 203 km; 1021 km di distanza senza scalo; 6120 m. in altezza. Nel 1922, il primato mondiale di velocità è portato da Brack Papa a 336 km. Il 1925 è l’ anno di De Pinedo: l’ ufficiale italiano decide di battere tutti i primati affrontando un volo attraverso  Europa, Asia, Australia. Nel 1932 Italo Ballo con la famosa crociera, al comando di 24 areoplani, volò dall’ Italia agli Stati Uniti. Oggi, l’ Areoplano a reazione ha raggiunto e superato la velocità del suono, significa che l’ uomo ha superato i 1200 km. orari.

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Storia del volo: l’elicottero

Prima delle invenzioni: Figlio di Federico Forlanini, medico milanese allora primario all’Ospedale Fatebenefratelli, era il fratello minore del famoso Carlo Forlanini, illustre medico pneumologo, due volte candidato al premio Nobel. Una famiglia di grandi, la sua! La sua istruzione si compì in ambiente militare, infatti dopo le elementari ed aver frequentato una delle Regie Scuole Tecniche milanesi, nel 1863 entrò al Collegio Militare di Torino, per passare nel 1866 all’Accademia Militare, sempre a Torino. Due anni dopo venne ammesso alla Scuola di Applicazione Artiglieria e Genio, scuola dalla quale si diplomò nel 1870, grado: tenente del Genio.

2.1 Gli studi e le prime prove di volo rotatorio risalgono al XV secolo, ma si dovette attendere fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale per vedere lo sviluppo di un modello in scala reale in grado di volare per più di poche centinaia di metri: I primi tentativi di progettazione dell’elicottero erano stati vanficati dalla mancanza di comprensione della fisica del volo rotatorio e dei problemi che esso creava.

2.2 L’ufficiale ventiduenne Enrico Forlanini venne assegnato ad una caserma di Casale Monferrato, qui, dopo aver ottenuto il permesso dei superiori, poté utilizzare la locale officina del genio per esperimenti sulle eliche e sulle loro capacità di trazione. In questo periodo giunse a far volare un modello di elicottero a rotori paralleli azionato da un elastico. Desideroso di approfondire le sue conoscenze, nel 1874 ottenne di potersi mettere in aspettativa dall’esercito, per potersi iscrivere alla Scuola di Applicazione del Regio Istituto Tecnico Superiore, antenato del Politecnico di Milano. Tra i suoi insegnanti Giuseppe Colombo, autore di importanti testi tecnici, deputato e ministro, anch’egli un interessato delle nascenti tematiche aeronautiche.

2.3 Finalmente l’elicottero: Dopo la laurea di ingegnere industriale e ancora in aspettativa dal Regio Esercito, trovò lavoro presso l’ufficio tecnico del Comune di Gallarate, in provincia di Varese. Nel periodo 1875-1876 insegnò meccanica nella locale scuola professionale.
Alla conclusione del periodo di aspettativa, venne trasferito ad Alessandria, dove poté riprendere gli esperimenti sugli elicotteri nella locale Officina del Genio. Successivamente venne trasferito a Catanzaro, ma il lavoro di sviluppo di un modello di elicottero a vapore poté continuare grazie al suo attendente, Pietro Torresini, rimasto ad Alessandria, che, attraverso una fitta corrispondenza, completò l’opera nel 1877.

2.4 La dimostrazione: Con questo elicottero fu compiuta una dimostrazione pubblica a Milano tra il luglio e l’agosto dello stesso anno. La dimostrazione avvenne su una piattaforma montata all’interno del Salone dei Giardini Pubblici, talvolta come sede è riportato il Teatro alla Scala. L’elicottero si alzò fino ad una altezza di 13 metri, per un volo di una ventina di secondi che terminò con una lenta discesa. Non era il primo volo di un modello di elicottero, occorre comunque notare che era il primo esperimento di elicottero metallico con un vero e proprio motore.
Tra gli spettatori della dimostrazione vi era Giuseppe Colombo, che, con una relazione all’Istituto Lombardo, fece meritare al ventinovenne Forlanini la medaglia d’oro del Premio Cagnola.

2.5 Gravità e Portanza: La “portanza” è la forza che si oppone alla gravità, che attira tutte lo cose al centro della terra. La portanza viene creata dal flusso d’aria che scorre sulle superfici di ali o pale. Naturalmente, quando la portanza è maggiore della forza di gravità il velivolo si alza, mentre se è minore si abbassa. Se le due forze sono allo stesso livello di forza, il velivolo mantiene il volo stazionario. La struttura dei profili aerodinamici di un velivolo (in questo caso le pale) consente loro di generare portanza. I profili di queste “ali” rotanti sono costruiti in modo da da sfruttare sia il volo in avanti che quello di innalzamento, abbassamento e stazionamento. I principi fisici che spiegano il fenomeno sono due: il principio di Bernoulli e “l’angolo d’attacco”.

2.6 Principi:

Principio di Daniel Bernoulli: Su un fluido ideale per ogni incremento della velocità si ha simultaneamente una diminuzione della pressione o un cambiamento nell’ energia potenziale gravitazionale del fluido.

Angolo d’attacco: Angolo con cui un profilo alare fende un fluido. Proprio per creare la portanza, le pale sono rivolte in direzioni opposte.

2.6 Attività industriale: Date le dimissioni dall’esercito, Forlanini si trasferì a Forlì, avendo trovato impiego come direttore tecnico della ditta locale Stabilimento Gazogeno Fonderie Meccanica, fondato nel 1863. Nel 1878 sposò la maestra Angiolina Turchi. L’interesse di Forlanini per il volo non era certo scemato, e nel suo periodo forlivese s’interessò al volo di modelli di aereo a cui forniva propulsione per mezzo di razzi. Nei primi del Novecento realizzò anche un aliante biplano, con cui effettuò alcuni lanci. Il biplano decollava per mezzo di una catapulta azionata da un contrappeso. Nel 1895 divenne proprietario dello stabilimento, che ribattezzò Officine di Forlì e 2 anni dopo (1897), tornò a Milano, trasferendovi la direzione della ditta. Forlanini, che durante la sua carriera militare ed i suoi impegni lavorativi, aveva sempre potuto contare su officine meccaniche, arrivò a realizzare nella sede milanese della ditta:
L’incontro a Roma con un suo vecchio commilitone, Cesare del Fabbro, tenente del Genio, che gli offrì la possibilità di un volo in pallone portò Forlanini ad interessarsi al dirigibile, ma questa è un’altra storia (La storia del volo: il dirigibile).

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LE IMBARCAZIONI

Come fanno le imbarcazioni a galleggiare?
Le imbarcazioni hanno l’effetto del galleggiamento perchè hanno un volume più grande rispetto al loro peso e, all’interno della chiglia (la parte sommersa dell’imbarcazione) c’è presenza d’aria. Praticamente l’imbarcazione esercita una forza , pari al suo peso, sulla superficie dell’acqua tale che lo scontro tra questa forza e la pressione dell’acqua che agisce sull’imbarcazione si annullino e perciò l’imbarcazione rimane a galla. Scientificamente si può riassumere in breve con il principio di Archimede: ” un corpo immerso in un fluido subisce una spinta diretta dal basso verso l’alto di intensità pari al peso del volume del fluido spostato.

Esperimento:Occorrente:
-una graffetta
-un bottone di plastica
-un cucchiaio di plastica
-un contenitore

Procedimento:
-mettere una graffetta nel contenitore e osservare la reazione
-mettere un bottone di plastica nel contenitore e osservare la reazione
-mettere un cucchiaio di plastica nel contenitore e osservare la reazione

Osservazioni:
la graffetta affonda
il bottone di plastica affonda
il cucchiaio di plastica non affonda

conclusioni:
il cucchiaio di plastica non affonda perché ha un volume più grande rispetto al proprio peso perché all’ interno c’è presenza di aria.

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