Miscellanea

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Nella colonna di destra ho aggiunto: Amici di Blog, un nuovo gruppo di link ai blog dei bambini della maestra Leila.
Sono Blog individuali che i ragazzi, aiutati dalla loro maestra, hanno aperto per parlare di argomenti di loro interesse.
I blog segnalati sono:
» Avventura nello spazio
» Il fantastico medioevo
» Indiani d’America
» Tutto libri
Vi invito a frequentarli e, se quello che trovate è anche di vostro interesse, a pubblicare i vostri commenti. Penso possa essere un momento di crescita per tutti.
In Amici di Blog troveranno posto anche i link dei vincitori del concorso Miglior post.

Segnalo il Blog GeoMundo, preziosa risorsa per le vostre ricerche di geografia.

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l debito estero è divenuto ormai insostenibile per intere popolazioni dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. Basti pensare che ogni bambino dei PVS, al momento della sua nascita, ha già sulle spalle un debito di 360 dollari verso il Nord del mondo e che il totale complessivo del debito estero di tutti i paesi sottosviluppati supera i 2.000 miliardi di dollari, cifra impressionante.L’ammontare del debito estero accumulato dai paesi poveri:


1986:  1.132 miliardi di dollari
1995: 2.065 miliardi di dollari
1996: 2.177 miliardi di dollari
1998: 2.465 miliardi di dollari 


 Per ogni dollaro di aiuti ricevuti, i paesi poveri ne hanno restituiti 11 per pagare il servizio del debito.
 Il valore del servizio del debito – interessi più rimborsi dei prestiti – ha superato nel 1996 la cifra di 244 miliardi di dollari. Nel 1990 erano solo 92 miliardi.
 Dal 1982 al 1990 i paesi poveri hanno versato ai paesi creditori 418 miliardi di dollari in più di quanto hanno ricevuto. E’ come dire che hanno finanziato i paesi sviluppati con l’equivalente di sei piani Marchall.
 In media i Paesi del Sud del mondo spendono il 17% delle loro entrate governative per le spese militari (fonte UNDP). La spesa pro-capite del Sud del Mondo in armamenti, educazione e sanità, nel 1995 era:
 Educazione: 37 $
 Militare: 35 $
 Sanità: 22 $ (fonte: World military and social expenditures)
  Il commercio delle armi ammonta a 815 miliardi di dollari
 Nel sud del mondo ogni settimana muoiono 226.000 bambini per malattie banali che potrebbero essere evitate con una spesa di 3 miliardi di dollari corrispondenti a quanto il mondo spende per armamenti in un solo giorno (fonte UNICEF)
 Debito ed educazione: l’Etiopia spende 6 dollari pro capite per interessi passivi sul debito e 2.5 dollari pro capite per l’educazione;
 Fra il 1993 ed il 1996 la Zambia ha investito in media il 10% del PIL in interessi passivi sul debito e meno del 2% nell’educazione primaria;
 Il governo del Niger spende per l’educazione primaria meno della metà di quanto spende per gli interessi passivi;
 Il Nicaragua spende per interessi passivi 5 volte la spesa per l’educazione. (fonte Oxfam) 
 Secondo l’UNDP basterebbero 80 miliardi di dollari all’anno per garantire a tutti gli abitanti del pianeta i servizi fondamentali: meno dell’l% della ricchezza globale.
fonte:www.volint.it


by Governatore e bass8


















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LA CAMPAGNA GLOBALE PER LO SVILUPPO POSSIBILE

Noi Liberi Membri della Libera Associazione il Popolo dichiariamo che l’amore esiste e che la vita è un diritto. Verrà presto il giorno che per tutti diverrano “eterni”. Diamo quindi ordine che cessi immediatamente ogni tipo di violenza e di ostilità in modo che possa essere totale l’aiuto che ci si possa dare l’uno con l’altro.
Ovunque devono essere rispettati i Diritti Umani ed i principi sociali della non-violenza . Monete uniche per l’Africa Subsahariana, il Mondo Arabo ed il Latino America.
Dove le condizioni lo rendessero possibile esigiamo che vengano concessi a piccoli imprenditori, idroturbine, turbine eoliche, pannelli solari o altri mezzi per la produzione in proprio di energia elettrica. Chi lo volesse deve poter avere i mezzi necessari per produrre o commerciare beni e servizi. Un proprio terreno da coltivare con sementi, concime naturale, consulenza, acquisto del prodotto e cisterne per la conservazione dell’acqua. Animali da cortile, da pascolo o da allevamento.
Il tutto da ripagare senza pressioni, in comode rate senza interessi, attraverso l’acquisto dei prodotti. . A chiunque lo volesse in ogni caso deve essere offerto un lavoro e uno stipendio.
Ordiniamo inoltre che l’acqua venga trasportata dai luoghi di abbondanza, come la foce dei principali fiumi, a luoghi di scarsità come le aree in via di desertificazione, con acquedotti, navi cisterna e camion cisterna ecocompatibili. Ovunque sia possibile vanno costruiti impianti di desalinizzazione ad energia pulita. Vanno costruiti nuovi bacini di raccolta e grandi cisterne per la conservazione.
Dove fosse necessario deve essere fornito per almeno un anno l’aiuto di tecnici disarmati delle forze di pace ONU.
Lo scopo di questa campagna è di eliminare le povertà per il 2010 rilanciando la crescita dell’economia globale attraverso lo sviluppo delle aree rurali, dell’occupazione e dell’imprenditoria in ogni parte del mondo, soprattutto le più povere.
Tutto ciò che andasse in questa direzione è perciò complementare e ben voluto.
Il finanziamento deve poter avvenire anche attraverso normali appositi fondi comuni di investimento delle principali banche da pubblicizzare sui mezzi di comunicazione di massa. Le aziende si occuperanno di commercializzare i prodotti. Sindacati, associazioni umanitarie, giornalisti e organi di controllo internazionale che tutto si svolga nella maniera migliore possibile. I governi di riscuotere le tasse e reinvestirle in salute, educazione, diritti, 2010 Eliminazione Povertà.
In caso di provate gravi o ripetute irregolarità i responsabili dovranno ripagare i danni.

Fonte:www.liberassociazioneilpopolo.it

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Perchè i Paesi poveri sono poveri?

“Un bambino che nasce oggi a New York, Parigi o Londra consumerà, sprecherà ed inquinerà più nel corso della sua vita che 50 bambini nati nei Paesi in via di Sviluppo; attraverso un crudele gioco del destino, coloro che consumano meno sopporteranno il peso maggiore del danno ambientale” (Rapporto sullo Sviluppo Umano, UNDP 1998).
Dalla mattina alla sera, ogni cittadino dei Paesi occidentali con i suoi consumi concorre a determinare inconsapevolmente il lavoro e la vita dei lavoratori di altri Paesi, quelli da cui provengono in tutto o in parte i prodotti acquistati. Molti Paesi “poveri”, infatti, sono ricchissimi di risorse naturali esportabili anche senza bisogno di distruggere l’ambiente. Molto spesso però i Paesi del Nord e le società multinazionali riescono ad impossessarsi di queste risorse e a distruggerne altre con la complicità dei Governi locali, contando sul fatto che i Paesi e le popolazioni a basso reddito non hanno ne tecnologia ne potere negoziale. Così il Sud finisce per esportare solo materie prime a basso prezzo o, da qualche tempo, manufatti industriali egualmente a buon mercato. Molti di loro, poi, sono costretti a svendere le proprie risorse naturali al fine di trovare i mezzi per pagare gli interessi maturati sull’enorme debito estero. Ma se l’economia non si fonda sulla produzione per il mercato interno, bensì sulle esportazioni, ecco che la sua crescita non porta maggior benessere alle popolazioni produttrici e provoca una forte competitività sia fra Nord e Sud che tra gli stessi paesi più poveri.
Il commercio internazionale
La competitività del mercato è la migliore garanzia dell’efficienza della produzione. Ma i mercati devono essere aperti a tutti, ed hanno bisogno di agire nell’ambito di un quadro normativo accuratamente predisposto e di essere integrati da provvedimenti sociali oculati. I paesi in via di sviluppo (PVS), con alcune rilevanti eccezioni, stanno incontrando notevoli ostacoli al pieno sfruttamento del potenziale di questi mercati. Questa situazione rispecchia la debolezza delle loro politiche e le restrizioni dei mercati globali.
Il Sud del mondo è ricco…
Se guardiamo alla disponibilità delle risorse, il Sud del mondo non è affatto povero; è anzi l’area più “ricca” del mondo. I paesi ricchi e quelli poveri competono sul mercato come partner ineguali; questi ultimi, infatti, hanno un potere contrattuale molto debole sui mercati internazionali. La maggioranza di essi dispone di mercati interni molto limitati, è in grado di vendere una quantità limitata di beni e servizi e dipende fortemente dall’esportazione di materie prime. I prezzi di queste materie prime sono crollati drammaticamente durante gli anni ottanta, rafforzando la tendenza di lungo periodo al peggioramento dei relativi mercati. Questo è accaduto in parte perché è crollata la domanda mondiale, ma anche perché molti paesi sono stati improvvisamente invitati a restituire i loro debiti. Per generare una quantità sufficiente di valuta estera, essi sono stati quindi costretti ad intensificare la produzione e le esportazioni, trovandosi così a competere violentemente tra di loro in un ambito di mercato in via di contrazione.
   by Viky & Sivu

fonte: volint.it

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Parlo io

 

Questo segno vale miliardi



Comunicare con tutto il mondo o vendere un prodotto da un continente all’altro sono fattori positivi che possono aiutare tutti a vivere meglio… sappiamo comunque che tutto ciò che acquistiamo ha conseguenze in qualche altra parte del mondo.
La globalizzazione si muove grazie alla comunicazione e al mercato.
Come un’automobile ha bisogno di una guida per far sì che scelga correttamente la strada da percorrere per non investire le persone, per il rispetto dei cartelli stradali, per il rispetto delle regole della convivenza.

Noi in concreto cosa possiamo fare?

Bibliografia
– Emanuele Fucecchi. GLOB GLOB. E.M.I. Bologna, 2003
Globalizzazioni
– Vostri commenti al post: Come si sono mosse le mie Nike?

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Prof, visto che ci ha chiesto di cercare alcune informazioni, io ho trovato queste sulla Banca Mondiale per continuare la nostra discussione fatta in classe.


LA BANCA MONDIALE


Banca per i regolamenti internazionali o BIS (BIS, Bank for International Settlements), istituto finanziario internazionale fondato nel 1930 per promuovere la cooperazione tra le banche centrali nazionali e per fornire loro assistenza finanziaria.


Destinata in origine ad agevolare la Germania nel pagamento dei danni di guerra causati durante la prima guerra mondiale, la BIS è andata trasformandosi in una “banca delle banche centrali” in grado, nel 1992, di prestare assistenza a circa novanta banche centrali per la gestione e l’investimento delle loro riserve monetarie (per un ammontare pari a più del 10% delle riserve mondiali di valuta estera). Il capitale della BIS, oggi detenuto da 32 paesi fra cui l’Italia, viene abitualmente impiegato per investimenti di tipo tradizionale e per concedere prestiti alle banche centrali, anche di paesi non membri, com’è accaduto negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta con alcune nazioni fortemente indebitate del Sud America.


Luogo di confronto per il coordinamento della politica monetaria internazionale, la BIS lavora in stretta cooperazione con il Fondo monetario internazionale (FMI) e, poiché annovera tra i propri membri le banche centrali di alcuni paesi dell’Europa orientale, costituisce un punto di collegamento tra Occidente e Oriente. Diretta da un consiglio di amministratori in cui siedono i governatori delle banche centrali di Belgio, Francia, Germania, Italia, Regno Unito e di non più di altri nove paesi, ha sede a Basilea. by Huber


Fonte : Enciclopedia® Microsoft® Encarta © 1993-1997 Microsoft Corporation.

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  Parlo io

I lavori dei bambini

Angelo (10 anni): Dalla provincia di Catanzaro, pastore. “La scuola mi piace, ma mi addormento sempre sul banco. Quando stavo in seconda elementare e avevo sette anni ho dovuto dire alla maestra perché mi addormentavo. Lei pensava che la sera facevo tardi a guardare i film o a giocare. Continuava a sgridarmi e allora sono scoppiato a piangere e gliel’ho detto: Maestra, io dormo perché ho sonno. Mio padre la mattina mi sveglia alle tre, vado con lui a portare le pecore a pascolare. Poi col latte ci facciamo le caciotte, le ricotte e le portiamo ai negozianti. Alle sette e mezzo torniamo a casa, mi lavo, mi metto il grembiule e vado a scuola. Ma la scuola mi piace. La maestra dice che sono intelligente e devo continuare a studiare. Secondo mia mamma è inutile: che mi serve studiare se poi farò il pastore come papà? A me comunque piace stare con le pecore, la mattina nelle campagne c’è tanto silenzio ed io le chiamo tutte. A volte però mi siedo in un sasso e mi addormento. Ma papà mi sveglia. Certe volte mi ha picchiato con il frustino, dice che lo fa per il mio bene, che così cresco più e che devo ricacciare indietro le lacrime se voglio diventare un uomo. Ma io non ci riesco sempre. Talvolta penso che vorrei essere come gli altri bambini, che hanno il papà muratore o idraulico, così non dovrei più alzarmi presto.”

Fabio (13 anni):Provincia di Brescia. “Frequento la terza media. Quest’ anno finisco non so che farò ma non credo di continuare. Aiuterò mio padre nella sua piccola azienda di scarpe. Dopo la scuola mangio e poi vado in azienda. Quando ero più piccolo dovevo incollare l’etichette sulle scarpe, è una cosa facile però se lo fai per tutto il pomeriggio alla fine ti viene a noia. Io qualche volta sbuffo ma papà si arrabbia e allora non mi ribello perché mi dispiace se si arrabbia. Qualche volta riesco a scappare via un po’ prima di cena e raggiungo i miei amici alla saletta dei videogiochi. Sono il nostro passatempo preferito. Anche se a me piace molto pure il cinema, ma qui non c’è. I compiti non li faccio sempre, preferisco lavorare e uscire con gli amici. Anche le maestre lo sanno, è inutile rimproverarmi se studio poco, tanto studiare non è importante se il lavoro ce l’hai già. Quando cresco farò il capo. Mio padre dice che anche lui quando era piccolo ha lavorato, che si è fatto da solo e che il lavoro non ha mai ucciso nessuno. Tranquillo Fabio, mi dice, lavorare non ti fa male.

Corriere della sera

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Una “dolce” speranza

Al congresso mondiale sul lavoro minorile di Firenze, è stato dato dal presidente dell’ associazione mondiale delle aziende produttrici di cacao un importantissimo annuncio : a partire dal 2005 u

na certificazione indichera’ che il cioccolato che stiamo mangiando non e’ stato prodotto con cacao proveniente da piantagioni in cui sono sfruttati bambini lavoratori. Tra le aziende che hanno aderito all’ iniziativa, c’e’ anche la Ferrero.
Mr Rysgaard , dirigente di una importante ditta produttrice di cioccolato danese e presidente dell’associazione mondiale ha detto :
”Non solo avremo questa certificazione, ma ci impegneremo anche a monitorare la situazione in tutte le fattorie dove si raccoglie cacao. Non ci basta la certificazione, vogliamo avere la certezza che i bambini siano esclusi da un ciclo produttivo che li sfrutta”.
L’ iniziativa della ”Confindustria mondiale del cacao” è un segno di quanto possono incidere sul ciclo produttivo le politiche internazionali contro lo
sfruttamento dei minori.
”Abbiamo iniziato a pensare di fare qualcosa per tutelare i bambini tre anni fa, quando fummo scioccati da una denuncia della stampa internazionale secondo cui nell’industria del cacao c’era un grande abuso di minori lavoratori”, racconta Rysgaard. Ciò ha convinto l’associazione mondiale produttori di cioccolato e il governo americano, ad istituire una fondazione internazionale per il cacao composta da 12 membri, sei rappresentanti degli industriali e sei di sindacati e consumatori (che sono espressione di 68 assoaiazioni non governative). Tra questi c’e’ il presidente del Global March against child labour, Kailash Satyarthi, animatore del convegno fiorentino.
< ?xml:namespace prefix = v ns = "urn:schemas-microsoft-com:vml" />< ?xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" />La fondazione ha varato un progetto, di cui la certificazione del 2005 per il cacao non raccolto da minori sfruttati e’ solo una tappa. L’iniziativa prevede scuole nelle industrie di cacao, corsi di formazione professionale all’ interno delle aziende, l’ insegnamento a difendersi dall’ uso di pesticidi e la sensibilizzazione di contadini e bambini contro il lavoro minorile.
”L’attivita’ lavorativa – aggiunge Rysgaard – deve permette al bambino anche di studiare e giocare, oltre ad incrementare il reddito familiare. Ma il minore non puo’ essere sfruttato. In quel caso da quella fattoria non prenderemo cacao”.

www.greenplanet.net

www.globalmarch.org

Yata21


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