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Lavoro minorile: congresso mondiale e Global March


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Lavoro minorile da ILO

Dal 10 al 16 maggio si terrà a Firenze il I° congresso mondiale dei bambini contro lo sfruttamento del lavoro minorile promosso da CGIL, CISL, UIL e Mani Tese. Ragazze e ragazzi, ex bambini lavoratori e attivisti, provenienti da 50 Paesi diversi parteciperanno il prossimo 13 maggio alla “Global March” per le vie della città dove ci sarà spazio per interventi conclusivi, esibizioni di gruppi musicali e artisti di strada. Assieme a questi protagonisti, porteranno il loro contributo personalità politiche e sindacali, organizzazioni non governative, istituzioni nazionali e internazionali, e rappresentanti dei governi. Almeno 300 ragazzi tra i 13 e i 17 anni potranno condividere le proprie esperienze, richiamare gli Stati e le Organizzazioni Internazionali presenti alle responsabilità assunte, e proporre alla Comunità Internazionale un programma d’azione ed una dichiarazione finale contro lo sfruttamento dell’infanzia e per la garanzia dell’istruzione universale. La Global March ha, inoltre, costituito Children’s Reference Group, un gruppo di lavoro di cui fanno parte ex bambini lavoratori e i ragazzi che hanno partecipato alla Global March del 1998: il gruppo segue l’iniziativa e contribuisce attivamente alla sua organizzazione a partire dalla definizione del programma. I giovani delegati resteranno in Italia fino al 16 maggio, coinvolti in varie iniziative sul territorio regionale e nazionale.

Secondo un studio dell’Ufficio internazionale del Lavoro pubblicato lo scorso febbraio, l’eliminazione del lavoro minorile nel mondo potrebbe apportare benefici economici pari a 5 100 miliardi di dollari. Si tratta di una cifra quasi sette volte superiore ai costi stimati per raggiungere questo obiettivo, un valore particolarmente importante per i paesi in via di sviluppo e in transizione dove si trova il maggior numero di bambini costretti a lavorare. Lo studio mostra come sia possibile eliminare il lavoro minorile – fenomeno che vede coinvolto un bambino su sei nel mondo -, sostituendolo con l’educazione universale entro il 2020 per un costo complessivo stimato intorno ai 760 miliardi di dollari statunitensi. Rispetto ad altri costi sociali, il costo medio annuale dell’eliminazione del lavoro minorile sarebbe di gran lunga inferiore al servizio del debito o alla spesa militare. Ad esempio, il costo medio annuo di 95 miliardi di dollari sarebbe pari al 20 percento della spesa militare attuale complessiva dei paesi in sviluppo o in transizione, oppure al 9,5 percento dei 1 000 miliardi di dollari del servizio del debito dei paesi in via di sviluppo.

Lo scorso 24 aprile la CGIL ha presentato la propria piattaforma “rivendicativa” che punta a ribadire e “rilanciare” il proprio impegno nel contrastare le cause economiche, sociali e culturali che spingono molti datori di lavoro a prediligere forme di lavoro irregolare e illegale (dei minori e non solo). Non mancano le critiche alle politiche dell’attuale governo che con i tagli e le manomissioni che ha operato nei confronti sia di alcuni importanti strumenti (dalla legge sui diritti dell’infanzia e adolescenza, fino alla cancellazione del reddito minimo di inserimento) sia , e più in generale, nei confronti di politiche più di sistema a partire dalla funzione positiva della scuola pubblica nel contrasto della dispersione scolastica, fino al giro di vite dato dalla legge Bossi-Fini sull’immigrazione. La presentazione della piattaforma è avvenuta insieme a un Rapporto dell’Ires appositamente dedicato al fenomeno in tre aree metropolitane di Milano, Roma e Napoli. Per la città di Roma il rapporto rivela che il fenomeno è diffuso un po’ su tutto il territorio romano, con delle punte nelle zone centrali: i minori sono coinvolti in attività che vanno dall’accattonnaggio ad attività più a carattere “para-lavorativo”, quali ad esempio la pulizia dei vetri delle automobili ai semafori. Persistenza di forme di lavoro minorile si sono riscontrate tra i pre-adolescenti italiani, nelle zone periferiche della città, caratterizzate da bassi tassi di sviluppo e alti livelli di disoccupazione ed emarginazione sociale.

Secondo un recente documento della Cisl (scaricabile in .pdf) – partendo dalla messa a regime di un sistema informativo adeguato sul fenomeno – è necessario affiancare alla legislazione un’efficace sanzione e repressione dei reati ed un’azione altrettanto forte di protezione e sostegno dei minori. Questo significa coinvolgere le scuole con appositi percorsi formativi, valorizzare le nuove competenze assunte dalle direzioni del lavoro, sostenere – si legge nel documento – “la crescita di una responsabilità diffusa, per costruire una rete territoriale in grado di captare anche i segnali deboli dello sfruttamento, ed in cui diventino strategici il vicinato ed il contesto associativo”. E proprio investire in scuola e formazione diventa cruciale considerando una connessione stretta tra abbandono, dispersione scolastica e lavoro minorile

preso da: One World.net-Lavoro minorile: Congresso Mondiale e Global March.

by Gio

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Sportello amico


 



Ma54 da tempo interviene sul nostro Blog, scrivendo per voi in modo semplice e chiaro, su temi di sua competenza. Potete leggere il suo ultimo commento al post “Problema A.I.D.S” di Bass8.


Ma54, che è un medico, si è resa disponibile a fornirvi qualunque informazione e a soddisfare qualsiasi vostra curiosità, mettendo a disposizione la sua competenza medica.


Insieme abbiamo pensato di fornirvi un servizio “amico“ che possa darvi conoscenze e informazioni e garantire la vostra riservatezza.
Oggi nasce per voi, grazie alla disponibilità di Ma54, uno sportello medico on line.


Chi lo desidera può inviare a Ma54 i suoi quesiti e riceverà una risposta privata e riservata. (Trovate l’indirizzo e-mail nella colonna di sinistra).


Naturalmente il medico è a nostra disposizione, compatibilmente con i suoi impegni e orari di lavoro, anche pubblicamente qui sul Blog.



 


carla

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Stop al lavoro minorile!


I dati che emergono dalle indagini sullo sfruttamento minorile sono agghiaccianti.
210 milioni sono i bambini sfruttati in tutto il mondo, schiavi nelle miniere, abusati sessualmente, trattati come oggetti e soprattutto soldati nelle guerre.
Alcuni di noi forse possono pensare che la cosa non ci riguarda o comunque è lontana dalla nostra realtà europea, ma invece sono coinvolti anche paesi come l’Inghilterra che durante la guerra del Golfo e in Kosovo, sebbene severe leggi lo proibiscano, ha mandato al fronte dei minori, ma non solo in Inghilterra alcuni ragazzi sono in schiavitù, anche l’Italia secondo un rapporto della Cgl presenta 600.000 bambini sruttati, dei quali circa la metà lavora a tempo pieno. Per questi ragazzi il primo contatto con il lavoro avviene all’età di 10 anni e in particolare tutto questo accade per lo più nel nord-est d’Italia.
Qui, una diffusa cultura famigliare dà più importanza al lavoro piuttosto che alla scuola, la colpa però in questi casi non va data esclusivamente alle famiglie, è la povertà che porta all’analfabetismo dal momento che chi è povero tiene i bambini a casa per farsi aiutare a sostenere il bilancio famigliare dando il via ad un terribile circolo vizioso. Per fortuna ci sono persone che dedicano l’intera vita ad aiutare i bambini coinvolti in questo circolo. Ungsongtham Pratep Hata è uno di questi esempi,una ex bambina lavoratrice che ha aiutato i ragazzi che si trovavano nelle sue condizione, quest’anno ha vinto il premio mondiale per i diritti dei bambini che 4 anni fa fu assegnato al ragazzo simbolo dei bambini lavoratori, colui che osò ribellarsi alla schiavitù e che fu ucciso nel 1995 dalla mafia dei tappeti.
Nonostante l’Africa sia anora al primo posto tra le classifiche più terribili di questo sfruttamento anche in Perù la situazione non è certo migliore, qui, spariscono 15 ragazzi al mese, 3.000 lavorano nelle miniere e altrettanti nei bordelli e il 40% dei ragazzi non viene riconosciuta dal padre e quindi non ha nome.
In Indonesia invece dove i turni per il lavoro minorile non dovrebbero superare le 4 ore giornaliere superano le 12, inoltre da 10 anni le organizazioni sindacali denunciano l’esistenza di minori schiavi per debiti ma ancora oggi questa è uno dei problemi più grossi del Governo.
Mezzo miglione di bambine dai 5 ai 17 anni lavorano in condizioni di schiavitù quasi sempre senza salario come domestiche, sfruttate e regolarmente abusate sessualmente dal padrone.
Insomma sembra che la situazione nel mondo invece che migliorare peggiori, ma per nostra fortuna sembrerebbe in ripresa, secondo una denuncia di “Mani Tese”, che ha organizzato il Congresso mondiale contro lo sfruttamento minorile che tutti di noi, grazie al Blog e alle agenzie di informazione stiamo seguendo molto attentamente.


fonte: famiglia cristiana on line


Amylee








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Per completare il commento al post  Modelli di sviluppo pubblico la dichiarazione di Rio.

La conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo, Riunita a Rio de Janeiro dal 3 al 14 giugno 1992, Riaffermando la Dichiarazione della conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente adottata a Stoccolma il 16 giugno 1972 e nell’intento di continuare la costruzione iniziata con essa, Allo scopo di instaurare una nuova ed equa partnership globale , attraverso la creazione di nuovi livelli di cooperazione tra gli stati, i settori chiave della società ed i popoli, Operando in direzione di accordi internazionali che rispettino gli interessi di tutti e tutelino l’integrità del sistema globale dell’ambiente e dello sviluppo, Riconoscendo la natura integrale ed interdipendente della terra, la nostra casa, Proclama che: »»

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NUOVO RAPPORTO UNICEF SULLA MORTALITA’ MATERNA


Nell’Africa Sub-sahariana una donna su 16 rischia di morire di parto o durante la gravidanza; nei paesi industrializzati lo stesso rischio riguarda una donna su 2.800: questi i risultati del rapporto UNICEF, OMS e UNFPA sulla mortalità materna, resi noti recentemente. Gran parte di tali morti e sofferenze potrebbero essere evitate se solo le gestanti fossero assistite durante la gravidanza e il parto da personale sanitario preparato, o, nel caso di complicazioni insorte durante la gravidanza, avessero accesso a servizi ostetrici di emergenza. il tasso di mortalità materna è risultato più elevato in Africa (830 decessi), quindi (eccezion fatta per il Giappone) in Asia (330 decessi), in Oceania (240 decessi– escluse Australia e Nuova Zelanda) – in America Latina (190 decessi) e nei paesi industrializzati (20).
Il paese con il più alto tasso di mortalità materna rimane (dati: 2000) la Sierra Leone (con 2.000 donne morte ogni 100.000 nascite), Afghanistan (1.900 decessi), Malawi (1.800), Angola (1.700), Niger (1.600). 
ha affermato il Direttore Generale dell’UNICEF Carol Bellamy: “Se vogliamo ridurre la mortalità materna, una maggiore diffusione dei servizi ostetrici di emergenza è essenziale”.L’UNICEF è impegnato in molti progetti di lotta alla mortalità materna; in particolare l’UNICEF Italia sostiene il progetto “Maternità sicura” in Sierra Leone per ridurre la mortalità materna in 100 villaggi e per ricostruire il reparto di maternità dell’ospedale di Kenema.


www.infanzia.it


ISA



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Vaccino italo-africano per fermare l’ AIDS tra i bambini

Un vaccino per evitare la trasmissione del virus dell’Aids da madre a figlio attraverso il latte materno. Messo a punto dai ricercatori dell’Universita’ di Tor Vergata in collaborazione con tre centri africani, il vaccino e’ ora pronto per essere testato clinicamente.
”Spesso i bambini nascono sieronegativi – ha spiegato l’immunologo Vittorio Colizzi, alla presentazione del master dell’Universita’ di Tor Vergata sul ”Trasferimento tecnologico in biomedicina nei paesi in via di sviluppo”- grazie ai farmaci assunti dalle madri in gravidanza ed alla profilassi subito dopo il parto, ma rischiano di ricevere il virus durante l’allattamento”.
Di qui l’importanza di sviluppare un vaccino pediatrico in grado di limitare la trasmissione del virus durante i primi mesi di vita. Il vaccino prevede un’unica somministrazione ai bambini nati da madre sieropositiva il primo giorno della nascita e la sua efficacia sara’ riscontrabile in pochissimo tempo, bastera’ infatti verificare che i bambini risultino sieronegativi alla fine dell’allattamento, quindi nell’arco di sei mesi. L’obiettivo infatti e’ quello di realizzare un prodotto totalmente africano, studiato per i ceppi del virus specifici dell’Africa e accettabile per i costi”.

Fonte : Ansa

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 I BAMBINI LAVORATORI

Sono circa 250 milioni i bambini lavoratori nel mondo. Sono presenti nei Paesi in via di sviluppo, ma anche in Europa, negli Usa e in altri Paesi industrializzati. Lo sfruttamento dei minori non si ferma alle piccole faccende di casa, alle commissioni per i genitori, ai piccoli lavori estivi. Spesso i piccoli sono utilizzati in pericolose lavorazioni nelle fabbriche chimiche, in pesanti turni nelle miniere o in faticose corvée nei laboratori tessili. A combattere questa piaga c’è in prima linea l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), ma anche i sindacati e i Governi.Un’azione difficile sia sotto il profilo normativo sia sotto quello educativo, informativo e di denuncia. Un lavoro fatto di piccoli interventi quotidiani, ma anche di grandi appuntamenti. Come il Congresso mondiale dei ragazzi sul lavoro minorile che si svolgerà a Firenze da oggi al 12 maggio e la Global March che si terrà, sempre a Firenze, il 13 maggio. Due occasioni nelle quali saranno gli stessi ragazzi a denunciare lo sfruttamento e sollecitare tutte le autorità a intervenire per tutelare i diritti di bambini e bambine. Un’opportunità per fare il punto sul fenomeno del lavoro minorile e sui successi nella lotta contro lo sfruttamento. zvanel detto espo

Pubblicato il 10-05-04 su

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Iqbal un simbolo – II Edizione del Concorso Miglior post

In concomitanza con il I Congresso mondiale dei bambini ex lavoratori, è indetta la seconda edizione del concorso “Miglior post” dedicato a Iqbal, divenuto ormai il simbolo della lotta al lavoro minorile.
I post che avranno per argomento il Congresso mondiale dei bambini e che risponderanno ai criteri di qualità, a partire da oggi 11 fino al 20 maggio, potranno essere segnalati nel Pop post (post popolari).
Segnalazione Post
I post possono essere segnalati utilizzando l’indirizzo e-mail della colonna di sinistra ed entreranno nel Box Pop post ad insindacabile giudizio dell’insegnante, che sarà disponibile a motivare la sua scelta.
Criteri di qualità
– L’argomento del post deve essere attinente al tema del Congresso dei bambini ex lavoratori
– Se l’articolo è frutto dell’esperienza, oppure di riflessioni personali, si può scrivere come testimoni, ma in tutti gli altri casi deve contenere i richiami alle fonti d’informazione, così com’è indicato
QUI.
La giuria
Tutti i visitatori del Blog possono esprimere il loro voto di preferenza ai post in concorso:
+/-
La premiazione avverrà venerdì 21 maggio 2004.
Premi
1° premio: Realizzazione di un Blog individuale personalizzato a cura del webmaster e
16 punti
2° premio:
12 punti

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AIDS nel mondo
I dati di UNAIDS sulla situazione dell’HIV/AIDS nei paesi in via di sviluppo, dove vive la maggioranza dei circa 36 milioni di persone con infezione da HIV, sono raccapriccianti. L’epidemia di AIDS, di fatto, ha bloccato i progressi che, se pur lentamente, si erano raggiunti in queste aree depresse. Ad esempio, l’attesa di vita alla nascita, che in Sud-Africa era aumentata da 44 anni all’inizio degli anni ’50 a 59 anni all’inizio dei ’90, ha subito una drammatica riduzione sino a scendere a 45 anni fra il 2005 ed il 2010. Non solo; molte attività produttive sono state messe in difficoltà a causa dell’elevata   mortalità dei lavoratori. Malattia e decesso sono divenute le prime cause di ritiro dal lavoro in Kenia, mentre solo il 2% delle cause di ritiro è dovuta a pensionamento. L’impatto sociale dell’AIDS è ulteriormente aggravato dall’enorme numero di bambini che hanno perso la propria madre: si stima infatti che, dall’inizio dell’epidemia, siano rimasti orfani circa 11,2 milioni di bambini, e che molti di questi abbiano perso anche il padre. In queste aree depresse del globo l’accesso alla terapia risulta proibitivo, e limitate sono le risorse da destinare agli interventi di prevenzione. In questa situazione, qualsiasi intervento rischia di essere tardivo e poco efficace, ma va comunque tentato. Le campagne di prevenzione hanno ottenuto dei buoni risultati in paesi quali l’Uganda e la Tailandia, e le possibilità di sviluppo di vaccini efficaci portano nuove speranze. Purtroppo, le terapie combinate, estremamente costose e poco gestibili in termini di monitoraggio clinico-laboratoristico, restano di difficile accesso nei paesi poveri, e la riduzione del rischio di trasmissione verticale tramite somministrazione di antiretrovirali sembra al momento essere l’unica strategia adottabile su larga scala.
Se è vero che il 95% delle persone con infezione da HIV vive in paesi poveri situati soprattutto nell’Africa sub-Sahariana e nel sud-est asiatico, è altresì necessario cogliere segnali allarmanti che indicano un’ulteriore diffusione dell’epidemia in altre aree del globo. In particolare, nel giro di 2 anni si è assistito ad un raddoppio del numero di infezioni da HIV nell’area dell’ex Unione Sovietica. Inoltre, la diffusione dell’uso di droghe per via iniettiva, che è divenuto un problema in molti paesi asiatici e, in misura minore, in nord-Africa, rischia di diventare un cavallo di Troia per l’introduzione e l’espansione dell’infezione da HIV in aree precedentemente risparmiate dall’epidemia.
In Italia la situazione è migliore, anche se occorre non sottovalutare l’entità del problema. Dall’inizio dell’epidemia ad oggi, nel nostro Paese sono stato segnalati oltre 47.000 casi di AIDS, ma, come in altri paesi industrializzati, a partire dal 1996 si è osservato un decremento nel numero di nuovi casi di malattia conclamata. I circa 2.000 casi verificatisi negli scorsi 12 mesi rappresentano infatti meno del 50% di quelli registrati durante il 1995, l’anno del picco epidemico. Quest’apparente declino non deve però trarre in inganno, essendo dovuto in massima parte al cosiddetto ‘effetto terapia’, ovverosia all’allungamento del tempo di incubazione conseguente all’uso delle terapie anti-retrovirali combinate.
Oggi, rispetto al passato, si infettano e ammalano di più i cosiddetti ‘contatti sessuali’ (etero o omosessuali) che non i tossicodipendenti, il cui numero è in diminuzione. Cresce l’età media alla diagnosi di AIDS o di infezione, mentre aumentano lievemente ma costantemente le donne. Oltre il 60% dei pazienti la cui diagnosi di AIDS è stata posta nel corso dell’ultimo anno non hanno preso farmaci anti-retrovirali prima della diagnosi di AIDS, dal momento che non sapevano di essere sieropositivi. La maggior parte di questi pazienti ha acquisito l’infezione per via sessuale e/o proviene da paesi ad elevata endemia.
*Uno dei piu’ importanti gruppi di ricerca australiani ha rivelato che il test per lo HIV e’ totalmente nullo e crivellato di falsi “positivi”. Il morbillo, l’influenza, piu’ di un centinaio di infezioni comuni e perfino una influenza istantanea (flu shot) puo’ rendere una persona HIV positiva. Questa storia e’ apparsa anche sulla prima pagina, a caratteri cubitali, sulla edizione domenicale del London Times.
*Persone che risultano HIV positive sono in molti casi completamente normali ed in salute! Se, come tanti altri, sono sottoposti allo AZT costoro saranno assassinati dall’AIDS che esso produce- cosi’ la falsa e mortale profezia e’ realizzata! Piu’ di 500 scienziati di punta hanno sfidato l’ipotesi HIV- costoro sono messi sotto silenzio, calunniati e ignorati…Perche’?
Paperone


 








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