Tecnologia

Torino 2006

Per chi ama lo sport e i videogiochi ecco l’articolo che fa per voi:

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Torino 2006 sulle console

Le Olimpiadi in punta di joypad

 

Le Olimpiadi sono alle porte. Finalmente si terranno in Italia e dopo l’attesa durata anni, Torino è pronta ad accogliere la versione invernale dell’evento sportivo più importante del mondo. Per chi non potesse andare nel capoluogo piemontose o non si accontenti delle immagini televisive, ecco che ancora una volta arrivano in soccorso i videogiochi. Con Torino 2006, infatti, sarà possibile vivere in prima persona le emozioni delle gare, sfidando amici o computer nelle diverse discipline.Torino 2006 è una simulazione Arcade completamente in 3D degli sport invernali più popolari. Il gioco è destinato ai numerosi fan dei Giochi Olimpici ed anche ai giocatori occasionali interessati a sport invernali. Grazie a controlli semplici ed intuitivi, Torino 2006, elimina ogni barriera d’ingresso all’utente finale. Chiunque, infatti, dopo pochi minuti sarà in grado di padroneggiare il sistema di controllo, per un esperienza di gioco immediata e divertente. Il giocatore rimane al centro di ogni azione e tutto il mondo ruota intorno alle sue prestazioni: telecamere, commenti e incoraggiamenti del pubblico. L’ambiente di gioco è dettagliato e mostra dei panorami mozzafiato che ricalcano fedelmente quelli orginali. Il sistema multiplayer può gestire fino a quattro giocatori incrementando ancora di più il divertimento videoludico.Il videogioco di Torino 2006 è stato fatto provare anche ad alcuni degli atleti della spedizione azzurra. Tra gli altri, il più entusiasta è stato Fabio Carta, n.1 dello short track che si è divertito come un matto. Solo che la sua disciplina preferita non è stata lo short track, ma il salto in lungo. Hanno provato il gioco anche Simone Bertazzo (Bob) e Michela Ponza (Biathlon)."

TORINO 2006
Piattaforma: Playstation 2, Xbox
Genere: sportivo multievento
Prezzo: dai 49 euro in su

Io l’ho provato e chi garantisco che è fatto molto bene.

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Tutti contro il computer

di Massimo Mantellini 
Ci vuol poco a criticare l’uso dei PC nelle scuole o a demonizzare Internet, è sufficiente non tenere conto di cos’è un PC o come e chi usa Internet. Lo dimostrano anche autorevoli filosofi.

Roma – Tutti noi avremmo bisogno, almeno ogni tanto, di ricordare una cosa che riguarda la tecnologia. La tecnologia è come il martello: è uno strumento generalmente neutrale. Il suo utilizzo invece, esattamente come accade col martello, neutrale non lo è mai. Dico questo perché capita spesso e volentieri di leggere giudizi sullo strumento che invece andrebbero indirizzati al suo utilizzo. Qualcuno si è accorto, per fare un esempio che è cronaca di questi giorni, che l’elezione di Miss Belgio (non esattamente una questione centrale negli interessi generali del pianeta) è stata confezionata attraverso l’uso della tecnologia. Una piccola grande truffa mediata da 4 computer (se le accuse si riveleranno vere) che hanno inviato migliaia di voti telefonici per l’elezione della bionda Virginie Claes. Gli amanti della semplificazione vi diranno che se non ci fossero stati questi marchingegni moderni nessuno avrebbe potuto architettare una truffa del genere. Tutto ciò è vero e sbagliato contemporaneamente.
La tecnologia è neutra. Solo che per alcune persone questa idea, l’idea dell’esistenza stessa di una cosa che si chiama "computer" o di una cosa che si chiama "software", o di una cosa che si chiama "internet", è difficile da accettare senza caricarne gli utilizzi di un valore che riguarda lo strumento stesso. Per molti anni i giornali italiani hanno scritto che internet era pericolosa (ogni tanto lo scrivono ancora, ma molto meno spesso di un tempo) perché la usavano i terroristi per organizzare attentati, i pedofili per i loro turpi commerci, gli hacker per fregarci numero di carta di credito, connotati e mutande. Per una prevedibile proprietà transitiva della imbecillità Internet diventava pericolosa per tutti, anche per quelli che la usavano solo per tenere i contatti con gli altri soci della bocciofila paesana.

La tecnologia è neutra, ma solo per quelli che ne comprendono valori e limiti oppure per quanti hanno l’umiltà di lasciarla stare: essere interessati al mondo che cambia non è obbligatorio. Qualche giorno fa Umberto Galimberti, una voce autorevole nel panorama intellettuale italiano, ha dedicato la propria rubrica settimanale sull’inserto "D" di Repubblica per spiegare ai suoi lettori le ragioni per le quali i computer sono dannosi alla scuola. Galimberti, disinteressandosi per ragioni sue alla ampia discussione al riguardo che avvolge da anni gli educatori di tutto il mondo, ci informa che i PC nelle scuole non solo non servono ma sono dannosi. "Al costo di una ventina di computer si può attrezzare un magnifico laboratorio di fisica" – scrive il filosofo. "Fra dieci anni quando quei computer saranno da tempo nella spazzatura, i diapason potranno ancora insegnare la risonanza, un voltometro dimostrerà perfettamente la legge di Ohm e gli studenti potranno ancora utilizzare le attrezzature per capire il movimento angolare."

Ci sono molti modi di utilizzare un computer a scuola ma a Galimberti evidentemente non interessa approfondire, quanto affermare che lo strumento è "sbagliato" tout court. E così va a finire che la foga travolge tutto e tutti, nel breve spazio di un articoletto su un inserto per signore ci viene impartita una severa lezione: dagli inespressivi SMS alle illusioni di libertà della scuola informatizzata, dal processo di de-realizzazione a quello di de-socializzazione che i computer inducono se usati in età scolare. Le conseguenze di questo imbarbarimento tecnologico? Solitudine e depressione.

Ma la tecnologia è neutra e le persone che la utilizzano hanno un solo importante cambio di orizzonte da considerare rispetto a qualche decennio fa: quello del moltiplicarsi delle opzioni. Ritenere che questo balcone sulla vastità significhi per qualche ragione aumentare solo la nostra possibilità di fare scelte sbagliate è un piccolo peccato di presunzione che non onora la nostra considerazione del prossimo. Il fatto che su internet siano liberamente consultabili manuali per costruire missili balistici fatti in casa non fa di ciascuno di noi un novello Stranamore. E nemmeno la possibilità teorica di elevare una biondina slavata al trono di Miss Belgio o quella di taroccare via internet le prossime elezioni politiche italiane (che secondo il governo si dovrebbero in parte svolgere attraverso il voto elettronico) fanno della tecnologia una categoria contro la quale schierarsi come cent’anni fa ci si schierava contro le terrifiche prime locomotive.

Massimo Mantellini. Manteblog – Punto informatico, 9 gennaio 2006

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sabato, 29 ottobre 2005
 
Il robochirurgo
E’ alto 5 centimetri, è radiocontrollato ed è equipaggiato con strumenti biomedici.
In futuro "per curare molte patologie semplici basterà praticare piccolissime incisioni, lasciando che i robochirurghi entrino nei tessuti senza provocare ulteriori danni".
Punto Informatico – Robot microchirurghi per astronavi

posted by joy_lb | plink|23:40 | |commenti (2) | Finestra commenti (2) 
joy , prototipi, robot, roboticaoggi, segnalazione, tecnologia

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